Vertice flop, Monti assediato da Casini e “dinosauri”

8 Gen 2013 9:40 - di Antonella Ambrosioni

Fumata nera nel vertice notturno per la composizione delle liste del Terzo polo che affianca il premier nel tentativo di fare il bis al governo. L’incontro tra Monti, Casini e Fini che si è protratto a Montecitorio fino a tarda notte non ha sciolto i nodi delle smanie da candidatura. Al centro del confronto le liste di Udc e Fli alla Camera e il listone unico a Palazzo Madama. Il tentativo è di arrivare a una conclusione tra mercoledì e giovedì. I tempi sono stretti ma le pretese tante. I curricula dei candidati sono al vaglio di Enrico Bondi, dimessosi da ogni incarico di governo proprio per poter valutare più liberamente i profili sul tavolo. È soprattutto con i partiti di Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini che restano da chiarire alcune questioni particolarmente spinose. Innanzitutto a partire dalla questione delle deroghe ammesse per coloro che hanno più di tre legislature alle spalle. Monti ha indicato la cifra di 2 per ogni lista, vale a dire per partito, ma una regola così ferrea rischia di tagliare fuori nomi di spicco e creare problemi interni alle forze politiche che si presenteranno alla Camera. Ragion per cui, Fini e Casini chiedono più flessibilità. Altra richiesta che verrebbe presentata a Monti, quella di valutare anche i curricula relativi all’attività svolta dai parlamentari di lungo corso e anche la considerazione che la legislatura compresa tra il 2006 e il 2008 è durata appunto soltanto due anni e non i canonici cinque. L’obiettivo, in pratica, è salvare i “dinosauri” Cesa e Buttiglione, impresa che alla fine dovrebbe riuscire a Casini. Infine non sarebbe del tutto tramontata l’ipotesi di chiedere di considerare le deroghe non su scala nazionale, ma facendo riferimento alle circoscrizioni o comunque ad aree territoriali più limitate. Ma la vera guerra che si sta combattendo a colpi di «manuale Cencelli» è al Senato per via della lista unica. L’Udc ha chiesto infatti 15 posti su 40 senatori che potrebbero essere eletti. Troppi per Monti, che per i suoi pretende uno spazio almeno doppio a quello di Casini. L’ex premier non vuol sentir parlare di quote da assegnare alle varie componenti, piuttosto, avverte, il criterio deve essere quello della valutazione dei curricula. Alla fine però  i conti dovranno comunque tornare e quindi, pur tenendo il manuale Cencelli nel cassetto ed evitando quindi di indicare divisioni numeriche a priori, si cercherà comunque di comporre un puzzle puchessia, che garantisca una rappresentanza adeguata alle varie forze in campo.

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