Il Cav alla Merkel: «Con me sarà un’altra musica» (e torna il sogno dell’Europa dei popoli)

29 Gen 2013 17:25 - di Giorgio Sigona

Sull’Italia, che non deve essere sottomessa né alla Germania né a chicchessia. Sull’Europa, che dev’essere dei popoli e non delle banche. Su Monti, che ha dimostrato pochezza. Silvio Berlusconi a tutto campo, prima in un’intervista a Pocket, poi in altri appuntamenti televisivi. Affronta subito una questione “calda”, il rapporto con la Cancelliera tedesca. E lo fa senza peli sulla lingua: «Se incontrassi ancora la Merkel da presidente del Consiglio o da ministro non avrò bisogno di spiegarle, perché lo sa già, che la musica è cambiata rispetto al governo Monti. In ogni caso i rapporti personali tra me e la signora Merkel, come quelli con tutti gli altri leader europei, sono ottimi». Ma va cambiata soprattutto la logica politica del Vecchio Continente: «Sì a un’Europa diversa da questa, sì a un’Europa dei cittadini, con sovranità politica, economica e monetaria», dice il Cavaliere, aggiungendo: «Cedere la sovranità agli Stati Uniti d’Europa, a un’Europa dei popoli eletta dai cittadini, sarebbe ben diverso che cederla ai burocrati di Bruxelles». Un concetto, questo, che rompe un muro, che fa tornare alla mente il sogno coltivato da intere generazioni che hanno lottato per un’Europa diversa, libera dalle catene dei poteri forti e dei banchieri. E qui si passa alla situazione italiana: «Il mio primo errore è stato quello di fidarmi troppo di persone legate a una vecchia visione della politica: Fini, Casini ma anche Monti, che pure dovrebbe essere un tecnico e non un piccolo politicante». E la stoccata al “piccolo politicante” non manca: «Per spremere i contribuenti non c’è bisogno della Bocconi, uno studente di ragioneria saprebbe farlo benissimo». Per finire, il programma economico del centrodestra che di per sé è una svolta:  «Eliminazione dell’Imu sulla prima casa, abolizione o modifica del redditometro, stimolo alle imprese per assumere senza il peso di contributi e imposte, aumento a cinquemila euro dei pagamenti in contanti».  Sulla compensazione di debiti e crediti nei confronti d  ella pubblica amministrazione: «Vorrei che fosse definita una legge e che non ci si limiti, come ora, a qualche sporadica sentenza della magistratura».

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