È morto a 62 anni l’ex Br Prospero Gallinari
È morto nel garage della sua casa a Reggio Emilia, l’ex brigatista rosso Prospero Gallinari. Stroncato da un malore improvviso, aveva 62 anni. Il suo nome è legato alla sua attività di contestatore prima e di terrorista poi. Nel 1969 aderì al «gruppo dell’Appartamento», a Reggio Emilia, con Alberto Franceschini, Tonino Paroli e ad altri dissidenti del Pci che dopo il Convegno di Pecorile decisero di iniziare alla lotta armata. Dopo una breve e discussa parentesi di militanza nel Superclan (organizzazione clandestina considerata e il “cervello politico” delle Brigate Rosse) entrò definitivamente nelle Br, prima come membro irregolare e poco dopo come clandestino. Nel 1974 partecipò al sequestro del Giudice Mario Sossi, poco dopo venne arrestato in modo rocambolesco a Torino insieme ad Alfredo Bonavita. Restò in carcere fino al 1976, anno in cui riuscì ad evadere dal carcere di Treviso. Gallinari prese parte al rapimento di Aldo Moro e di lui si parlò come l’esecutore materiale dell’omicidio del leader della Dc. Fu uno dei quattro componenti del nucleo di fuoco travestiti da avieri Alitalia che massacrò la scorta del Moro; armato di un mitra Tz45 (residuato bellico) aprì il fuoco contro Alfetta di scorta con a bordo gli agenti di pubblica sicurezza e, dopo l’inceppamento del suo mitra, continuò a sparare con la sua Smith & Wesson. Durante l’arresto, nel 1979, venne ferito gravemente alla testa dalla polizia. Nel 1993 però Mario Moretti lo discolpò e si assunse la responsabilità dell’omicidio in un libro-intervista con Rossana Rossanda e Carla Mosca. La versione, però, non convinse mai gli storici anche perché al momento della confessoine di Moretti Gallinari aveva fatto richiesta di uscire dal carcere per gravi motivi di salute, richiesta poi accordata. Nel marzo 2006 Bompiani pubblicò il suo libro di memorie “Un contadino nella metropoli”. Durante gli anni di prigionia non collaborò con i magistrati, continuando a prendere parte all’analisi politica delle Brigate Rosse.