«L’avversario più temibile? L’astensione»

20 Dic 2012 0:03 - di Guido Liberati

La campagna d’inverno del Cavaliere continua. Campo di battaglia gli studi televisivi, con tappa ieri a Pomeriggio Cinque. Silvio Berlusconi torna sulle priorità del suo programma: «Abrogare immediatamente l’Imu, perché la casa è sacra e non si tocca nè per oggi nè per il futuro» e «abbassare la pressione fiscale di un punto all’anno». Altra inversione di rotta richiesta, la necessità di «cambiare il rapporto tra fisco e contribuente, perché oggi viviamo situazioni da stato di polizia tributaria che non si possono tollerare».
Un’intervista a tutto campo, dove Berlusconi ha esordito spiegando le ragioni del suo ritorno in campo: «Ho fatto un passo indietro ben felice di farlo per far ricongiungere i moderati. Questo non è successo e allora il mio partito mi ha chiesto di essere il candidato alla presidenza del Consiglio».
Sugli obiettivi falliti, l’ex premier riconosce: «Non abbiamo fatto quelle riforme che avevamo promesso: per esempio, la riduzione degli impiegati pubblici; la sburocratizzazione; la riforma del sistema fiscale, la modernizzazione del Paese e la rivoluzione liberale. Non le abbiamo fatte e me ne scuso», ma «nemmeno Pico della Mirandola avrebbe potuto fare quello che ho fatto: non c’erano e non ci sono ancora gli strumenti». Poi, riguardo alle cose fatte dal suo esecutivo, ma non portate a termine: «Abbiamo risolto il problema dei rifiuti a Napoli: in 58 giorni ripulimmo la regione e la città. Poi me ne andai dicendo dovete fare gli inceneritori e le discariche ma poi la Regione e la Provincia non hanno fatto nulla». Sui toni polemici nei confronti della Merkel nessun passo indietro. «Ho chiamato lo spread un imbroglio e continuo a considerarlo un imbroglio». Ricostruendo il momento del suo «passo indietro» nel novembre del 2011 in seguito all’innalzamento dello spread dei titoli italiani su quelli tedeschi, il Cavaliere ha osservato: «C’è stato certamente un insieme di situazioni su cui occorrerà fare luce: tutto è partito dalla decisione delle banche tedesche di mettere in vendita 8 mld di titoli di debito pubblico italiano, poi i fondi americani hanno venduto ritenendo che ci fosse qualcosa. Si è creata una speculazione che ha portato su una richiesta degli interessi che sono passati dal 4,3% al 6% e qualcosa. Si è combinato uno scandalo, la stampa si è scatenata, si è fatto passare per un disastro un fatto che era assolutamente superabile: se i due punti fossero rimasti tali, come non è stato, avrebbero portato su la spesa per interessi di 5 miliardi e sarebbe stata assolutamente sostenibile».
La campagna elettorale? Alla ricerca della maggioranza assoluta. «Gli italiani – anche quelli che hanno deciso di non andare a votare si ricredano – e diano il voto ad un singolo partito che con la maggioranza deve cambiare l’assetto istituzionale e poi realizzare il suo programma». Tanto per essere più chiaro, il leader Pdl osserva che «se l’Udc toglie una fetta di moderati allo schieramento diventiamo minoranza».
Gli strali non risparmiano gli altri avversari, da Grillo a Di Pietro, pur senza nominarli direttamente. «Quando vedo leader e leaderini che presentano i loro punti non posso che sorridere perché quando saranno lì (al governo ndr) non potranno fare niente di importate se prima non hanno una maggioranza».
In vista delle elezioni politiche anticipate, i sondaggisti sono unanimi. «È assolutamente possibile, direi quasi certo, che questa sovraesposizione mediatica del Cavaliere porti voti al suo partito – osserva Renato Mannheimer, alla guida dell’Ispo – Andando in tv, Berlusconi riesce a persuadere sicuramente una fetta di elettorato, anche se magari soltanto all’interno di quella che è più assidua nel guardare i programmi del piccolo schermo, più incline all’astensionismo, al disimpegno o semplicemente meno interessata alla politica come, del resto, lo è la maggioranza del popolo italiano». Già in questi giorni, «si calcola che la sua presenza televisiva ha fatto aumentare di qualche punto i consensi per il Pdl. Naturalmente – aggiunge Mannheimer – non deve neanche esagerare, anche se è tutto da dimostrare che la sovraesposizione possa avere anche effetti negativi. Ma credo che il Cavaliere, almeno da un punto di vista ‘tecnicò, di settore, sia abbastanza attrezzato per sapere e capire quello che fa…». Osserva Luca Comodo, direttore del dipartimento politico di Ipsos: «Berlusconi, dopo una settimana in tv da protagonista, ha guadagnato qualche punto percentuale, con una crescita che ancora si può definire lieve, fra i due e i tre punti, considerando che si partiva dalla quota molto bassa attorno al 15-16%.
L’effetto sembra comunque esserci, bisognerà verificare se continuerà nel tempo».
Per Comodo, «dipenderà dalle condizioni del Paese e dall’offerta politica, soprattutto dalle decisioni che prenderà il premier Monti circa un suo impegno diretto alle elezioni politiche». Sulla stessa lunghezza d’onda di Mannheimer, si sintonizza Nicola Piepoli, fondatore dell’omonimo istituto di sondaggi. «La tv a Berlusconi fa bene, gli fa senz’altro molto bene – afferma al di là di ogni dubbio – tanto è vero che in una decina di giorni è già riuscito ad aumentare di quasi un paio di punti la percentuale di voti per il suo Pdl, che era fermo al palo dopo una forte discesa».
Anche se, aggiunge Piepoli, «un’autentica par condicio non si potrà mai più raggiungere, vista la diffusione del web, di twitter, di facebook, dei social network, dell’online su internet, in generale dei new media, che oramai influenzano circa un quarto degli italiani. Non a caso, proprio Berlusconi pare stia mobilitando parecchie persone proprio per intervenire sul web». A questo proposito la campagna d’inverno continua: oggi Berlusconi, sarà ospite – dalle 9 alle 10 – di Radio Anch’io su Radio Uno.

Alfano: «La Lega sarà con noi»
Sulla candidatura di Berlusconi è tornato anche il segretario del Pdl Angelino Alfano:«Berlusconi è in campo e sono convinto che la Lega verrà con noi. L’esito positivo di questo pronostico ci sarà nei prossimi giorni». A proposito dei giorni intercorsi tra la proposta del Cavaliere a Mario Monti di fare il federatore del centrodestra e la successiva chiuura, per Alfano «il ponte levatoio aperto da Berlusconi nella direzione dell’area Monti è stato bombardato dalle dichiarazioni di stampa del centro che hanno detto con Berlusconi mai… ma quella era o sarebbe stata la strada giusta». La linea del Pdl è chiara, ribadisce Alfano: «Noi abbiamo l’ambizione di battere la sinistra e non quella di fare da aiutino alla sinistra».

 

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