Le primarie passo avanti indispensabile
Ci è piaciuto l’Alfano che ieri si è mostrato all’altezza del suo ruolo di segretario di partito. Le primarie vanno fatte. E non solo perché altrimenti chi le ha proposte e annunciate perderebbe la faccia. In politica è meglio rischiare di fare una cosa che non risolve, piuttosto che restare immobili come un coniglio in mezzo alla strada ipnotizzato dai fari. In quel caso si sa già come va a finire: un coniglio spiaccicato; un partito che si spegne a poco a poco come una candela. Continuiamo a ritenere che peggio del 15 per cento non si può arrivare e che c’è un gran numero di ex elettori del centrodestra che si rimobiliterebbe se solo gli si desse un segnale chiaro. E un obiettivo. Qualcosa da dire, da fare. Insomma, non ci si può aspettare che si manifesti un consenso attorno a un ectoplasma. Non ci si può aspettare di avere un seguito se si sta immobili, aspettando che ti crolli la casa sulla testa. Ieri, a metà del vertice del Pdl, tutte le testate on-line già titolavano che c’era un spaccatura tra Berlusconi e Alfano. Poi, dinanzi alle smentite del Cav, hanno continuato la narrazione aggiungendo una resa di Berlusconi alle pretese di Alfano. Sembra che a nessuno appaia ammissibile che all’interno del Pdl possano accadere cose normali e cioè che uno presenta delle perplessità – magari corroborate da sondaggi – e poi si discute e si arriva insieme a una decisione. Ammetterlo farebbe sembrare il Pdl un partito mediamente serio. Il che è il contrario di quello che sostiene da sempre tutta la stampa italiana. Certo, noi abbiamo qualcosa che non ha nessun altro: il solito idiota che fa trapelare frasi smozzicate di Berlusconi a qualche sua amichetta della stampa, così il giorno dopo ci troviamo bei virgolettati fuori contesto sulle prime pagine…