Pensano di aver cloroformizzato gli italiani. Diano un’occhiata al web…
Una larga fetta della politica continua ad accarezzare l’idea del guazzabuglio (il Monti-bis) con l’obbligo sacro di eseguire, nella prossima legislatura, tutto ciò che viene annotato nella sua misteriosa agenda. I maggiori quotidiani – come accade da dieci mesi – altro non fanno che lodare l’azione del governo tecnico, sovreccitandosi per qualsiasi parola giunga da Palazzo Chigi. I sondaggi ripetono che gli italiani non gradiscono i ministri ma per il premier hanno una passione quasi amorosa. Questo sarebbe – a detta di opinionisti, terzopolisti e tv – il famoso “Paese reale”. Poi c’è il “Paese virtuale”, quello del web, nel quale le cose sono esattamente l’opposto. E viene il sospetto che, a ben vedere, il vero “Paese reale” sia proprio il regno di Facebook e dintorni. È lì che scoppia la rabbia della gente, la cui voce viene soffocata dalla stampa montiana. È lì che abbondano vignette e sfottò sul premier, ritratto con il volto di Dracula, sul cavallo di Viale Mazzini, mentre toglie il pane ai pensionati, sul banco degli imputati con il giudice che lo esorta: «Goldman Monti, si alzi». Nel mirino ci sono poi i banchieri italiani («se la ridono, i loro stipendi sono aumentati del 36% in un anno», è la vignetta che circola di più). E – a proposito di Monti «che vede la luce» e l’uscita dalla crisi – impazza l’immagine di Snoopy, sdraiato sulla cuccia, che dice: «Quando niente ti va bene devi fingere che ti vada bene tutto». Ma forse la più incisiva è l’immagine di Maffeo Pantaleoni, ministro del Finanze (1919). Con la sua frase: «Qualunque imbecille può inventare e imporre nuove tasse. L’abilità consiste nel ridurre le spese, dando però servizi eccellenti». Qual è allora il Paese reale? Ai posteri l’ardua sentenza.