Casini “cuor di leone” si becca gli sfottò del web
La saggezza filosofica di Casini ha toccato il punto massimo quando ha annunciato, in modo solenne, che «il montismo non coincide con il mutismo». In primis perché – usando il termine “montismo” – ha fatto intendere che grazie al premier è nata un’altra scuola pensiero. Dopo fascismo, comunismo, capitalismo, liberismo, socialismo e peronismo – tanto per citare qualche precedente illustre – arriva dunque il montismo, categoria ideologica di per sé inquietante. Poi, con l’accenno al «mutismo», si è riservato un piccolo spazio di critica. Attenti però al trucco: la critica non riguarda SuperMario, che è sempre bravo, buono e bello qualsiasi cosa dica o faccia, ma chi lo circonda. Ecco dunque una serie infinita di elogi, fatti in ventiquattr’ore (minuto più, minuto meno): «Se non ci fosse Monti, in Europa non si parlerebbe ora la lingua che stiamo parlando», «Monti ha salvato il Paese dalla deriva», «Io Monti lo vedrei ovunque: a Palazzo Chigi e al Quirinale», «L’Italia non può rinunciare a una personalità come lui». Ed ecco le critiche: «Apprezzo molto la Fornero ma mi piacerebbe che d’ora in avanti i ministri parlassero dopo aver concertato le proposte su cui si può impegnare il governo. È inutile dar vita a una fiera delle vanità». O ancora: «È inutile che i ministri ci somministrino libri dei sogni interminabili. Il governo stabilisca due o tre priorità su cui impegnarsi da qui a fine legislatura». Questo è dunque il “montismo” di Casini: stendersi ai piedi del premier, dare qualche pizzicotto ai ministri, tanto per fare scena. Un Riccardo cuor di leone. Che però diventa il bersaglio preferito degli sfottò sul web.