Riecco Prodi, un po’ oracolo e un po’ tifoso della curva b
Di tanto in tanto fa sentire la sua voce, cogito ergo sum, trasformandosi – a seconda delle esigenze – in padre nobile, padre di famiglia, maestro di vita, oracolo e tifoso della curva b. Romano Prodi è tornato in scena per parlare della crisi economica (proprio lui, paradosso dei paradossi) prendendo spunto dagli europei di calcio: «Io ho sempre avuto simpatia per la Germania – ha confessato prima dell’incontro tra la squadra di Klose e quella di Torosidis – ma sono costretto a tifare Grecia. È diventata una cosa un po’ come Davide e Golia». Poi ha regalato un’altra delle sue perle: «I tedeschi sono saggi e forti, ma hanno costretto psicologicamente anche persone come me a dire: speriamo che almeno nel calcio ci sia una giustizia». In verità, hanno costretto tutti a qualcosa di peggio (anzi, di molto peggio) e non certo sotto il profilo psicologico. Prodi, però, non si è fermato qui. A metà tra Sibilla cumana e Mago Otelma, si è avventurato in una profezia: «Questa crisi ci porterà sull’orlo del burrone ma sono convinto che non si cadrà: una volta sull’orlo del burrone l’Europa reagirà». Verrebbe da replicare – per allontanare lo spettro del burrone – con un aglio, fravaglio, fattura cà nun quaglia. Magari aggiungendo pure il classico corna, bicorna, cap’alice e capa d’aglio. Ma c’è un’altra cosa che Prodi ha detto: «Berlusconi? È finito lui, non l’euro». Questa è proprio bella, Prodi che dà del «finito» agli altri. E che ha anche il coraggio di parlare dell’euro, su cui farebbe meglio a chiudersi nel silenzio visto in che condizioni ha portato l’Italia nella moneta unica. A ben riflettere, però, forse è giusto che faccia sentire la sua voce, sia pure ogni due mesi, e che trovi anche un po’ di eco sui giornali. Così nessuno lo dimentica.