L’Italia dei sindaci Pd che affonda in silenzio
Nel supermercato della libera disinformazione si accetta il tre per uno?
Per un sindaco Pdl (massacrato mediaticamente) possono bastare tre sindaci del Pd (contestati dai loro cittadini, ma non dalla stampa nazionale, per la gestione dell’emergenza neve)?
Del sindaco di Roma e delle polemiche si sa tutto, molto meno di come è stata gestita l’emergenza altrove. Prendiamo tre città campione del “buon governo” del centrosinistra di Nord, Centro e Sud: Novara, Frosinone e Avellino.
Andrea Ballarè, primo cittadino del capoluogo piemontese, se l’è presa comoda. Dalla caduta dei primi fiocchi, mercoledì primo febbraio, sono passate 48 ore prima che il sindaco si decidesse a dare indicazioni elementari, come «spargere il sale». La denuncia è arrivata da Daniele Andretta, capogruppo del Pdl in Consiglio comunale. La gaffe della giunta di centrosinistra non è uscita dai confini novaresi. Quest’anno la città piemontese fa notizia solo per le partite della sua squadra di calcio.
È ancora più eclatante quanto sta accadendo a Frosinone. Il sindaco Michele Marini, considerato fino a qualche giorno fa il “Veltroni ciociaro”, è stato duramente contestato dai suoi concittadini. La città è in ginocchio e i danni sono evidenti: il peso della neve che si è accumulata nel corso dei giorni ha fatto crollare a 24 ore uno dall’altro, prima il tetto della tribuna dello stadio Casaleno, dove si allena la locale squadra di calcio, poi la copertura del chiostro del conservatorio cittadino. Su Ciociaria Oggi sono state ospitate le denunce dei cittadini. «Siamo stati abbandonati», accusano gli ormai (ex) elettori di Marini. In alcuni quartieri la gente si è dovuta autotassare per chiamare una pala meccanica e riuscire a uscire da casa. «Sembra una zona devastata dalla guerra: il Comune ha pulito solo le strade principali» racconta Laura Minotti una delle residenti della Zona Cavoni dove la gente si è dovuta arrangiare. «Abbiamo mandato decine di messaggi e mail a Sky tg 24 per denunciare la nostra situazione, ma parlano solo di Roma. E Marini dov’è? Non si è visto né sentito. Si farà vivo alla prossima sagra».
L’accusa di aver attuato un poco convincente piano per rendere la viabilità percorribile su tutto il territorio comunale lega anche altre zone che, storicamente, sono abituate a far fronte all’emergenza neve. Ad Avellino lo stato di calamità non è servito a giustificare le lacune dell’amministrazione di centrosinistra. Sotto accusa Giuseppe Galasso, sindaco Pd che, nei giorni scorsi, aveva salvato la poltrona grazie ai voti del Terzo Polo (che in Irpina ha come solido riferimento l’ottuagenario ex premier Ciriaco De Mita). A denunciarlo i giovani redattori del sito internet Orticalab.it. «La nevicata è iniziata nella notte del 2 febbraio, ma fino alle 11 di mattina del 3 febbraio non era possibile uscire o entrare dal Pronto soccorso dell’ospedale di Avellino – raccontano in redazione – tanto che il direttore dell’Azienda ospedaliera, Pino Rosato. ha dovuto chiamare una ditta privata per spalare la neve e liberare la strada d’accesso». Spalaneve in dotazione? «Neanche uno. L’amministrazione irpina ha preferito comprare un Suv. Per fare cosa ancora non si è capito». Sotto accusa, assieme al sindaco, il suo vice, assessore all’Ambiente e alla Protezione civile, Gianluca Festa. Un fedelissimo di Pecoraro Scanio, che, al ballottaggio, ha appoggiato il candidato Pd in cambio di una poltrona da vicesindaco: «Si è spinto sino al punto di affermare – hanno denunciato i redattori del sito irpino – che sì, in effetti la neve ha colto alla sprovvista l’amministrazione. Nonostante i bollettini meteo. Galasso, da parte sua, ha invece rotto un lungo silenzio affermando che Avellino è in una valle e che certo non si può chiedere al sindaco di far sparire le nuvole».
In questi casi quelli del partito di Bersani, fanno appello al senso di responsabilità di tutti: «Riteniamo che le energie e gli sforzi di tutti i soggetti – ha scritto il Pd avellinese – istituzionali e politici, della città debbano essere in queste ore, non già sprecati nella vana ricerca del capro espiatorio di una situazione riconducibile ad eventi eccezionali rispetto ai quali l’Italia intera ha mostrato la sua debolezza, come affermato dallo stesso ministro dell’Interno». Purché valga su tutto il territorio nazionale. Anche per le città amministrate dal centrodestra.