I giovani del Pdl alla Ue: “project bond” e “Tobin tax” contro la disoccupazione
I giovani si sentono «da troppo tempo fantasmi» in Europa e contro la disoccupazione chiedono che dalle parole si passi ai fatti. Le loro proposte sono concrete: chiedono l’emissione di eurobond, project bond e il varo della Tobin tax. Se n’è discusso ieri a Bruxelles nell’incontro al Parlamento europeo, dal titolo “Giovani e occupazione: una sfida cruciale per l’Europa”, promosso dal vicepresidente Roberta Angelilli insieme a una delegazione di giovani del Pdl di Roma e provincia.
La disoccupazione in Europa
Nell’Ue, infatti, sono più di ventitré milioni i disoccupati e il tasso della disoccupazione giovanile è pari al 22,1 per cento: a dicembre 2011, secondo gli ultimi dati Eurostat, sono quasi sei milioni i ragazzi sotto i 25 anni senza lavoro. La Spagna ha il livello più alto di giovani disoccupati (50 per cento), l’Italia il 31 per cento. C’è poi da considerare il crescente e drammatico fenomeno dei cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training), ragazzi completamente fuori dal circuito formativo e lavorativo che rappresentano il 12,8 per cento della popolazione tra i 15 e 24 anni, con percentuali più elevate tra le giovani donne. In Italia i Neet sono ben due milioni. Per affrontare quest’emergenza lunedì il Consiglio europeo ha adottato un documento programmatico per contrastarla. Nella dichiarazione si parla di sostegno per entrare nel mondo del lavoro o intraprendere la formazione professionale, aiuto alle pmi dei giovani, formazione dei giovani, ma, ha osservato Roberta Angelilli, «non sono chiare le modalità per recuperare le risorse necessarie per sostenere questi ambiziosi progetti. Ci sono 82 miliardi di euro (8 per l´Italia) che Barroso ha annunciato. Ma la verità è che non si tratta di risorse aggiuntive: sono solo somme non spese dagli Stati membri sul capitolo dei fondi strutturali e del Fondo sociale».
L’incontro a Bruxelles
Proprio per questo motivo nell’incontro di ieri è stato chiesto di trasformare le proposte del vertice europeo in strategie efficaci. «La politica e le istituzioni devono avere come priorità la disoccupazione giovanile e in generale la questione giovanile. Bisogna aprire un dibattito serio perché viviamo in un periodo in cui ora più che mai è difficile essere giovani. La disoccupazione giovanile – ha proseguito la Angelilli – non si risolve con i contratti di apprendistato, servono grandi progetti per grandi infrastrutture» da finanziare con i project bond europei. L’europarlamentare ha insistito su tre proposte (su cui il Parlamento europeo si è espresso positivamente numerose volte): la Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, che consentono di recuperare circa sessanta miliardi di euro l’anno.
Le tre proposte del Pdl
Gli eurobond e i project bond, prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti infrastrutturali, di ricerca e telecomunicazioni, cioè finanziamenti per progetti concreti destinati alle economia reale e pertanto capaci di creare nuovi posti di lavoro. Secondo l’europarlamentare del Pdl, l’introduzione della Tobin tax è poi una «questione di principio» per far sì che «anche l’industria finanziaria responsabile della crisi» contribuisca a superarla. «Sembrerebbe che finalmente le istituzioni si siano accorte dell’emergenza disoccupazione – ha detto ancora la Angelilli – ma le dichiarazioni dell’ultimo vertice europeo non sono sufficienti: belle parole e tante buone intenzioni, ma manca ancora un piano di azioni concrete che possano rilanciare la crescita e l’occupazione. Serve una strategia coraggiosa e bisogna investire nella ricerca e nelle infrastrutture puntando su eurobond e project bond e tornare, soprattutto, a un’economia reale che possa creare nuovi posti di lavoro. Un ragazzo può avere il contratto di apprendistato, ma se il lavoro non c’è (…e non c’è) è del tutto inutile. Quindi al di là dei contratti bisogna creare un’opportunità di lavoro. Poi, è necessaria la tassa sulle transazioni finanziarie che ci permette di recuperare circa sessanta miliardi di euro in più in un anno da destinare ai grandi investimenti. Il lavoro senza i grandi investimenti non è possibile». A tale riguardo Carlo Fidanza, vicecoordinatore nazionale di Giovane Italia, ha sottolineato che «per uscire dalla crisi bisogna investire sullo sviluppo, su settori che portano occupazione come economia verde e sostenibilità e sfruttare risorse del territorio come turismo. Esiste poi un questione generazionale che non può essere risolta con un conflitto intergenerazionale». «Sono i giovani a dover vincere la sfida della crisi – ha poi dichiarato Mario Mauro, presidente della delegazione Pdl al gruppo Ppe – in Egitto ci sono ottanta milioni di persone e i ragazzi sotto i 25 anni sono sessanta milioni, in Europa ci sono cinquecento milioni di abitanti e di questi settantacinque milioni hanno meno di 25 anni, questo dato deve far riflettere e deve portare tutti a investire sulle nuove generazioni».
L’appello dei giovani all’Ue
All’incontro sono intervenuti anche gli eurodeputati del Ppe Georgios Papanikolaou e Elena Basescu che hanno presentato alcuni dati sulle rispettive realtà nazionali quali la Romania e la Grecia. Hanno partecipato al dibattito Jessica De Napoli e Holljwer Paolo, in rappresentanza di Officina Futura, Mauro Fantera, in rappresentanza di Eurota, Riccardo Iotti e Daniele Sabatini in rappresentanza di Giovane Italia, Luca Della Giovampaola, in rappresentanza dell’Associazione Roma Nord e Fabio D’Andrea, in rappresentanza di Arcadia. I giovani del Pdl hanno poi indossato una maglietta con il logo del fantasma dei ghostbuster e hanno presentato davanti all’aula della plenaria del Parlamento europeo l’ “Appello all’Europa”, per chiedere alle istituzioni europee di considerare la questione giovanile prioritaria nella loro agenda. Nei volantini distribuiti hanno chiesto la formazione obbligatoria per i precari a fine contratto, l’accesso al credito, i mutui “prima casa” agevolati, il rimborso spese per gli stagisti, l’accesso alla cultura, l’aumento delle borse di studio europee e riduzione delle tasse universitarie.