Attenti al “paradigma Montezemolo”

26 Mag 2011 20:23 - di

Un giorno sì e l’altro pure schierati per dire al governo e al Paese quello che debbono o non debbono fare. I vertici degli industriali di oggi sono soprattutto questo, scivolando nel “paradigma Montezemolo” che offusca l’immagine degli imprenditori, arroccati nella difesa del proprio status, preoccupati, più dei risultati delle loro aziende che delle prospettive di sviluppo. Con l’aggiunta di voler imporre l’agenda e le regole alla politica. Tutto questo rischia di imprigionare e asfissiare un capitalismo vecchio, che non ha saputo riformarsi per affrontare le sfide imposte dalla mondializzazione. Ma quello che non hanno saputo fare in casa loro, i vertici imprenditoriali italiani pretendono di insegnarlo agli altri. E Confindustria corre il rischio di diventare mosca cocchiera di questa concezione. Tanto che sono stati in molti ieri a commentare la relazione di Emma Marcegaglia ipotizzando un suo possibile futuro impegno in politica.
La mission di Viale dell’Astronomia, secondo la gente comune, dalla massaia fino alla classe operaia, dovrebbe essere la difesa delle aziende e l’elaborazione di ricette in grado di sostenerle, fare sviluppo, creare lavoro. Da un’associazione di categoria non ci si può aspettare di più. Invece non è così, negli ultimi tempi c’è solo la sottile tentazione della politica. Il “paradigma Montezemolo” ha fatto scuola e sta diventando una vera e propria deriva. Così vengono date lezioni non richieste: al governo che non fa le riforme, all’opposizione che litiga troppo, ai sindacati che pretendono di siglare contratti non proprio capestro per i lavoratori, alla gente che non consuma e non fa scelte in linea con le esigenze degli industriali, alle banche che non fanno credito. Tutto e il contrario di tutto. Il che evidenzia uno smarrimento del ruolo che non è certo di buon auspicio.
Montezemolo ha indicato la strada, si fa tirare per la giacchetta dalle opposizioni, fa capire che è disposto a scendere in politica (per poi smentire subito dopo), si pone come l’alter ego di Berlusconi. Nel contempo manda avanti la sua azienda, presiede la Ferrari, promette che il Cavallino farà faville su tutti i circuiti del mondo, si inventa l’associazione “Italia Futura” e se ne serve per ulteriori rampogne a destra e a manca. Al governo tira le orecchie sulla scuola, sulla mobilità sociale, sui giovani, sul fisco, sulla sanità. Ma a nome di chi? Degli industriali? Forse, ma in minima parte. Così facendo però usurpa un ruolo che non è più suo, è l’opposizione, diversa da quella parlamentare, ma è privo di consensi sulla sua persona e sui suoi programmi. Per farlo scivolare basterebbe chiedergli quanto costa un litro di latte. Difficile che lo sappia perché, è evidente, i suoi problemi non hanno nulla a che fare con quelli della gente comune. E allora, che cosa riserva il “paradigma Montezemolo”? Il rebus è difficile da sciogliere, almeno fino a quando non deciderà di scendere in campo. Intanto, però, cerca di far proseliti. In Confindustria.

Commenti