Foibe, Ambrogino d’oro negato a un testimone della tragedia. Milano umilia gli esuli istriano-dalmati

18 Nov 2021 12:16 - di Alberto Consoli
Foibe Ambrogino d'oro

Ambrogino d’oro negato a Piero Tarticchio, esule istriano che ha subito il dramma delle foibe e ha speso la sua vita a far conoscere questa ferita non rimarginata  della storia italiana. Nipote di don Angelo, massacrato dai partigiani. «Amareggiati», «delusi»,«arrabbiati». Ne hanno ben donde gli esuli istriani  per il  mancato riconoscimento. Non c’è posto a Milano tra i premiati con l’Ambrogino per un testimone dell’orrore perpetrato dai partigiani comunisti di Tito contro italiani. Un’occasione mancata per il sindaco Giuseppe Sala: “La civica benemeranza al nipote di Don Angelo, trucidato e gettato nelle foibe, sarebbe stato un grande gesto, politico e morale, da parte dell’amministrazione comunale di Milano.  Sul dramma delle foibe Sala non ha avuto coraggio.

Foibe, non c’è posto per Piero Tarticchio tra i premiati con l’Ambrogino d’oro

La Commissione che indica i 40 nomi che saranno insigniti dei riconoscimenti civici il prossimo 7 dicembre, Sant’ Ambrogio, ha lasciato fuori Piero Tarticchio. Il suo nome nell’elenco dei premiandi era stato fatto dal centrodestra. Romano Cramer, segretario generale del Movimento nazionale Istria Fiume Dalmazia, è sgomento: ricorda la vicenda della lapide «alla memoria di don Tarticchio, infoibato con 43 parrocchiani, collocata nel Municipio 2».  «Stiamo ancora aspettando l’autorizzazione definitiva da parte di Palazzo Marino, ci aspettavano, dunque,  un segnale forte per tutti. E l’ambrogino lo sarebbe stato». Invece nessun segnale.

Ambrogino d’oro negato. Gli esuli: mancanza di sensibilità

Cramer lamenta “mancanza di sensibilità nei confronti di un’intera comunità». Lui  è anche presidente del Comitato pro monumento per don Tarticchio che è stato  realizzato nel Municipio 2, tra piazzale Istria, Largo Martiri delle Foibe, viale Zara e via Pola. Era stata inviata  una lettera aperta al sindaco, Beppe Sala, per sollevare la questione, per sollecitare l’autorizzazione definitiva, «chiedendo un suo intervento», sottolinea Cramer. Ricordiamo che Sala, “prima dell’inaugurazione in piazza della Repubblica del grande Monumento alle Foibe nel 2020, aveva inviato una lettera al Comitato pro monumento”: «tra le forze che sostengono la mia amministrazione non c’è spazio alcuno per i negazionisti delle Foibe», aveva scritto, lasciando ben sperare.

Foibe: chi è Piero Tarticchio

Invece il peso della memoria di parte influenza ancora le scelte che contano. “Il comitato per le civiche benemeranze, quello spazio lo ha lasciato aperto. Il dramma di un popolo, la tragedia degli infoibati meritano il massimo rispetto, a prescindere dalle idee e dalle ideologie”. Il centrodestra in consiglio comunale si è fatto sentire. «L’esclusione fa infuriare tutti noi». A Tarticchio dobbiamo molto per la sua opera di divulgazione alle nuove generazioni dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati. La sua una vita di dolore: «Piero, dopo aver visto 7 parenti infoibati,  ha subito un’ ulteriore sevizia»: il non vedere assegnare l’onoreficenza a suo zio don Angelo. Occasione persa, Ma nella Milano di Sala non ci stupisce.

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