Meloni a Basovizza: vi spiego come gli italiani morivano nelle foibe (video)

10 Feb 2019 12:53 - di Redazione

Cerimonia solenne a Basovizza nel Giorno del Ricordo in cui vengono ricordate le migliaia di italiani infoibati e i profughi giuliani, dalmati e fiumani che furono costretti a lasciare le loro case dopo la firma del Trattato di Parigi. Qui l’arcivescovo di Trieste ha officiato una messa solenne cui hanno preso parte il vicepremier Matteo Salvini, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga. A Basovizza c’era anche Giorgia Meloni, accolta con affetto dalle numerose persone presenti, consapevoli che il Giorno del Ricordo mai sarebbe stato istituito senza la costante e assidua battaglia della destra politica per togliere il velo della censura alla tragedia delle foibe. In particolare le hanno gridato: “Bentornata”, a sottolineare il fatto che la sua presenza a Basovizza nel Giorno del Ricordo è stata negli anni una costante.  La leader di FdI aveva nei giorni scorsi annunciato che in occasione della commemorazione dei martiri delle foibe sarebbe stata depositata in Parlamento una pdl per revocare al maresciallo Tito la medaglia conferitagli quale “Cavaliere di gran croce decorato di gran cordone”. Meloni in una diretta Facebook da Basovizza ha spiegato in che modo atroce venivano uccisi gli italiani nelle foibe: “Sparavano al primo della fila, che poi si trascinava dietro gli altri cui era legato, per non sprecare proiettili. Non morivano subito ma dopo ore, giorni di agonia… Nelle foibe morivano italiani, non i fascisti. E questa storia per 60 anni non è stata raccontata perché dava fastidio alla sinistra…”.

Dopo la cerimonia dell’alzabandiera, sono state deposte corone commemorative davanti alla grande foiba per rendere onore ai martiri delle atrocità titine.   Oltre quattrocento  gli studenti provenienti da diversi istituti di Italia, che hanno aderito al progetto “Le tracce del Ricordo” ideato dal Comune e dalla Lega Nazionale di Trieste. Salvini ha deposto una corona di alloro in ricordo delle vittime: “Non ci sono morti di seria A e di serie B. Farò in modo che i nostri ragazzai studino nei libri di storia tutti i morti per l’Italia e nel nome dell’Italia”. E ha aggiunto: “Ci sono migliaia di civili che sono stati massacrati e infoibati. Come è giusto conoscere gli orrori del nazifascismo e le bestialità di Auschwitz” è giusto conoscere anche cosa è accaduto “qui, anche questa terra ha sofferto”. Il sindaco di Trieste Roberto Di Piazza ha condannato “i rigurgiti negazionisti” incoraggiati dall’Anpi e da sedicenti storici:”Vi dico allora che rimuovere il ricordo di un criminevuol dire commetterlo di nuovo”.

Dopo le inequivocabili parole del presidente Sergio Mattarella sulle foibe, oggi il presidente della Camera Roberto Fico ha rievocato una tragedia portata alla luce proprio grazie al Giorno del Ricordo: “Una tragedia immane- ha aggiunto – per troppo tempo taciuta e relegata nella dimensione privata degli esuli che, per molti anni, hanno portato da soli il peso enorme di quei tragici eventi”. Secondo il presidente della Camera “questa giornata risponde a quell’imperativo morale e civile di coltivare e trasmettere la memoria: occorre assicurare un’adeguata e approfondita conoscenza, in particolare alle nuove generazioni, di quanto avvenuto al confine orientale del nostro Paese”.

Non molte le voci che si sono levate a sinistra per onorare il Giorno del Ricordo. Poche parole da parte di Nicola Zingaretti, candidato alla guida del Pd: “Ricordare le Foibe, che sono parte integrante della storia del nostro Paese, significa rendere giustizia a chi morì solo perché italiano”.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Paolo Giammancheri 11 Febbraio 2019

    Zingaretti: parole solo di facciata; perché costretto, come tanti altri come lui, a non potere più negare l’ evidenza !

  • aanna maria 11 Febbraio 2019

    come si fa a commentare una cosa così.Non ci sono parole. E’ stata una carneficina.
    Ma il popolo italiano dove era? Gli esuli italiani non furono aiutati.Ma che mondo è questo? Io credo che non se ne sia mai parlato perchè spero che di tutto questo ci
    vergognamo. Grazie alla destra italiana adesso sappiamo qualcosa in più. Grazie

  • Carlo Cervini 11 Febbraio 2019

    A proposito di morti di serie A e di serie B: nel Cimitero Monumentale di Verona, vera Capitale della RSI, i caduti della Grande Guerra riposano giustamente in un bel tempietto costruito in epoca fascista, i caduti dall’8 Settembre 1943 in poi e della RSI in un campo militare aperto, sottoposti alle intemperie e illuminati da qualche raro lumino di cera deposto da mani pietose in ricordo del loro sacrificio. Sursum Corda !

  • carlo paolo cristini 10 Febbraio 2019

    Ho un’amica che da Umago scappò nel 1947, lei neonata, insieme alla famiglia a Trieste. Qualche anno fa le è stata data la Carta d’identità con su scritto: “NATA IN CROAZIA”. Ha preteso che il Comune togliesse tale dato nagrafico. E’ vissuta molti anni in un campo profughi. Sono stato con lei a trovare i suoi parenti che scelsero di rimanere. Ci regalarono della grappa. Logicamente ringraziammo. Loro ci dissero tante volte: “Grazie a voi, grazie a voi. Oggi per noi è gran festa: chè abbiamo potuto parlare in italiano! La vecchia casa di famiglia, della mia amica, era stata occupata e non è stata mai restituita. Sono stato molte volte in Slovenia ed in Croazia. Nel 2005 mi trovavo a Cherso la mattina dell’1 gennaio. Bora tesa. Pochissimi turisti. Attirati da cori provenienti dalla Cattedrale, seguimmo il canto e ci recammo in chiesa per la messa. C’era il Vescovo (credo) con 12 preti. Messa solenne dunque, in croato logicamente. Alla fine, quando gli officianti rientravano in processione in sacrestia, tutti i presenti intonarono “Tu scendi dalle stelle” cantando in Italiano, anche le strofe meno conosciute. Volti tristi, qualcuno in lacrime. Soltano noi sei eravamo turisti!!!