Pamela, l’autopsia conferma l’omicidio: forse è stata anche strangolata

22 Feb 2018 13:34 - di Redazione

Quella lingua in mezzo ai denti e uno strato di pelle, pari a quasi il 20% dell’epidermide, rimosso dallo scempio compiuto dopo la morte della ragazza sul suo povero, martoriato corpo. L’autopsia sui resti di Pamela Mastropietro rivela nuovi agghiaccianti particolare e, nel confermare ad ogni ulteriore dettaglio, l’ipotesi omicidiaria avanzata dagli inquirenti, rimarca l’orrore di un delitto efferato come pochi. E mentre, come riporta il Giornale online proprio in queste ore, «Gli inquirenti investigano un altro nigeriano che stava fuggendo in Svizzera con Awelima, uno dei presunti complici di Innocent Oseghale», dopo gli ultimi referti dell’esame autoptico sul cadavere della 18enne romana, «si smorza la tesi dell’overdose come causa della morte» e, di contro, si rafforza quella dell’assassinio che coinvolge con modalità e tempistiche diverse complici e responsabilità al vaglio degli inquirenti.

Pamela, l’autopsia rivela nuovi particolari

Archiviate le inziali incertezze sulle cause della morte della ragazza, e rafforzata dagli ultimi riscontri anatomo-patologici la tesi dell’omicidio, il secondo esame autoptico, effettuato da dottor Cingolani su nomina della procura, rivela – come riferisce il quotidiano diretto da Sallusti – «la lingua “pinzata tra i denti“, elemento che sosterrebbe “una sofferta asfissia per soffocamento“. Elemento che unito al fatto che non sono stati rinvenuti i tessuti del collo – ipoteticamente rimossi per nascondere i segni di strangolamento – spalancherebbe le porte all’accusa di omicidio. Nel decesso però avrebbero avuto un ruolo determinate le coltellate inferte “quando la giovane era ancora a cuore battente“». L’unica discrepanza, sottolineata nell’ordinanza, riportata da il Tempo, riguarderebbe allora la presenza di «superficiali ferite da taglio parallele» rinvenute «su un’ampia parte di cute» e che il primo anatomopatologo, il professor Tombolini, farebbe risalire a una fase ante-mortem, «inferte quasi a voler infliggere sofferenze alla vittima», riporta l’ordinanza, mentre per il dottor Cingolani, il secondo legale, nominato dalla Procura, sarebbero state sferrate post mortem, probabilmente durante le «pratiche di sezionamento del cadavere». Non solo: la macabra asportazione di uan grande quantità di cute dal corpo della povera Pamela, specie nella zona pubica, farebbe pensare alla volontà di occultare «un pregresso atto sessuale». Un vero strazio quello agito sul corpo della 18enne romana: uno scempio propedeutico e successivo a quello che, gli inquirenti ne sono sempre più convinti, è stato un omicidio brutale dai richiami a una violenza ancestrale, di cui i poveri resti della vittima rivelano ad ogni ulteriore indagine, nuovo orrore.

Commenti

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  • gio 22 Febbraio 2018

    Non ricordo chi ha detto che “loro sono l’avanguardia… noi diventeremo come loro… le loro tradizioni saranno anche le nostre… sono risorse preziose…
    Chi afferma queste boiate ha forse figlie dell’età di questa povera ragazza ?
    E le femministe che dicono ? E i funerali di stato ? E le manifestazioni ? I sindacati ? I partigiani ? L’onu ? Il vaticano ? Tutti zitti ovviamente. In fondo è morta solo un’italiana…

    Ma se esiste una giustizia… voglio esserci quel giorno a godermi lo spettacolo…