Gli animali nei sogni: ecco perché di notte ci vengono a trovare…

12 Giu 2016 13:07 - di Renato Berio

Cosa ci stanno a fare gli animali nei nostri sogni? Siamo noi che li evochiamo o sono loro che vengono a trovarci? E nello spazio onirico in cui noi li guardiamo essi sono solo simboli o mere funzioni psichiche o nulla di tutto questo? Le risposte tenta di darle il celebre psicologo James Hillman, scomparso nel 2011, in un prezioso libro che raccoglie scritti e conferenze sui sogni che hanno gli animali come protagonisti ( Presenze animali, Adelphi, pp. 230, euro 13). E così l’orso polare nel sogno è teofania della vita religiosa, il maiale ci fa entrare nei misteri della materialità della vita, nella sfera della fecondità, l’aquila è il logos, l’intelletto agente, e la giraffa è il desiderio di elevazione dalla dimensione terrena, il topo è l’imprevisto che irrompe in ciò che è familiare, il granchio è l’attività psichica per eccellenza, gli insetti sono la vita istintuale che preme in noi per essere liberata…

Ma le pagine più intense di Hillman sono quelle in cui ci spiega che gli animali ci appaiono in sogno per riconnetterci alla restaurazione dell’Eden, perché in quell’attimo in cui guardiamo l’animale in sogno e ne percepiamo la presenza, siamo come Adamo ed Eva al cospetto della Creazione (gli animali, al contrario dell’uomo, non sono mai stati cacciati dal Paradiso terrestre). Qual è il lavoro che la psicologia deve fare allora a proposito delle “presenze animali” nei sogni? “Leggere l’animale, sentirlo parlare, richiede una percezione estetica ed ecologica per la quale la psicologia non si è ancora fatta l’occhio e l’orecchio, per la quale non ha ancora trovato parole che non siano semplici moralismi allegorici… Il Giardino è una natura mitica, dove ogni creatura trae sostegno dal mythos della propria natura, obbedendo alla propria disciplina, che detta norma secondo il genere”.

Si tratta di osservazioni molto interessanti soprattutto oggi, in un’epoca in cui si va trasformando radicalmente la classica idea occidentale dell’animale come “strumento”, come “macchina” a disposizione dell’uomo, sintetizzata da Kant, per il quale gli animali sono “semplici mezzi” privi di coscienza. Oggi sembra interrompersi quel ciclo di “degradazione” che ha portato gli animali su un piano inferiore rispetto all’uomo. Ed ecco che attraverso i sogni gli animali ci richiamano alla verità profonda del nostro microcosmo dove nell’anima sono presenti gli animali così come nell’Arca primordiale, sicché nei sogni noi scorgiamo la “faccia animale della psiche” e l’animale che ci viene incontro è un “benefattore” che vuole ricordarci, terapeuticamente, la continuità della Creazione attraverso l’ostensione della sua immagine.

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