Record di fallimenti nel 2014, migliaia di imprenditori come Giardiello

9 Apr 2015 20:09 - di Roberto Frulli

Alle spalle aveva una storia di fallimenti imprenditoriali. Come tanti altri. Claudio Giardiello è uno dei tanti chiamati ad affrontare il processo accusato di aver mandato a rotoli una o più aziende. Ed è un fatto che per le imprese il momento difficile dura da anni ed è tutt’altro che alle spalle. Nel 2014 si è registrato un vero e proprio record di fallimenti, con 15mila imprese costrette a chiudere i battenti. Mille in più del 2013, che a sua volta aveva registrato una crescita del 12 per cento rispetto al precedente massimo del 2012. Una corsa, di anno in anno, in cui si macina un record negativo dietro l’altro. Dal 2008, sono fallite in Italia 82.000 imprese con la conseguenza di un milione di posti di lavoro perduti complessivamente. E 11 regioni su 20 hanno registrato lo scorso anno nel numero di fallimenti un record storico negativo addirittura dal 2001.

Nel 2013 176.000 lavoratori hanno perso il posto

Sono gli ultimi dati del Cerved, gruppo italiano che si occupa dell’analisi dei dati sulla solidità delle imprese. Se ai fallimenti si sommano le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazione volontarie, si sale a 104.000 aziende che hanno cessato la propria attività. La storia di Claudio Giardiello, l’omicida arrestato a Milano, si inserisce in questo contesto. La sua azienda, la srl Immobiliare Magenta, era stata dichiarata fallita il 13 marzo del 2008. Tornando ai dati complessivi sulle imprese costrette a portare i libri in Tribunale, la serie storica dei dati, analizzata dal Cerved, mostra come i costi occupazionali siano stati elevatissimi, fino a raggiungere il picco nel 2013 quando 176mila lavoratori hanno perso il posto di lavoro. Il dato 2014 è in lieve miglioramento (-175mila posti di lavoro) ma solo perché si è ridotta la dimensione media delle imprese che hanno portato i libri in tribunale. I posti di lavoro persi sono comunque più che raddoppiati (+136 per cento) rispetto al 2008. A livello geografico, l’area più colpita è il Nord Ovest, mentre dal punto di vista settoriale, le aziende del terziario sono quelle più coinvolte. Accanto alle storie di fallimento, ci sono quelle dove comunque si tira avanti con difficoltà. Comitas, l’associazione delle piccole e microimprese italiane, calcola che «sono oltre mezzo milione le aziende che sopravvivono con estrema fatica, soprattutto nel commercio e nell’edilizia».

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