Pansa: «Salvini non può essere l’erede del Cavaliere». Ecco perché

4 Mar 2015 13:09 - di Eleonora Guerra
giampaolo pansa

Base e contenuti ci sono, il leader e macchina no. È l’opinione di Giampaolo Pansa sulla destra italiana, che «deve scoprire di nuovo» cosa la tiene insieme. «Il leader della Lega ha verve, ma quell’entusiasmo (a piazza del Popolo, ndr) era basato su un’illusione: che possa essere lui a trainare il carro», ha detto lo scrittore al Corriere della Sera, spiegando che «una coalizione di centrodestra è una macchina complessa. E per battere Renzi devono prevalere le posizioni moderate».

Servirebbe una Le Pen italiana

Per questo per Pansa l’erede di Silvio Berlusconi, «che è alla fine della sua vita politica» e ha commesso «anche tanti errori», «non può essere Matteo Salvini», che pure lo scrittore inserisce solidamente nel percorso della destra italiana, tanto da metterlo nel titolo del suo ultimo libro: La Destra siamo noi. Una controstoria italiana da Scelba a Salvini. «Una fase è finita e non c’è molto tempo», ha proseguito Pansa, per il quale, se la Lega non può essere il nuovo fulcro della coalizione, «nemmeno la restante parte del centrodestra sta dando una splendida prova di sé». Per Pansa quello che serve è «qualcuno che sia in grado di mettersi alla guida», una figura come «la signora Le Pen, che da sola vale dieci uomini», ma che «qui non c’è».

Non disperdere la base potenziale

Quest’area politica, comunque, per Pansa, può contare sul «carburante», che è «la rabbia»: «Per le tasse, per la burocrazia e lo strapotere del sistema dei partiti che, in questa fase storica, coincide con il centrosinistra, il Pd», ha spiegato Pansa. Ma c’è anche un altro elemento che non va sottovalutato e, soprattutto, non va disperso: «Una base potenziale: la grande massa delle persone comuni, quelle che non hanno protezione, che tutta questa ripresa di cui parla il governo Renzi nella loro vita di tutti i giorni proprio non la vedono, non sanno dove sia».

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