Vicenza, il sindaco Pd si arrende alla Lega e stacca luce e acqua ai nomadi

11 Feb 2015 9:08 - di Sandro Forte

Il Comune di Vicenza ha chiuso i rubinetti dell’acqua e staccato i contatori della luce ai rom. Gli abitanti dell’accampamento, rom e sinti, non potranno più usufruire dell’allacciamento alle reti idrica ed elettrica del Comune fino a quando non sottoscriveranno un regolare contratto. La decisione del Comune arriva al termine di un tavolo di trattative protrattosi per mesi: dopo che nel 2014 l’area di via Cricoli era stata riqualificata con fondi ministeriali, l’amministrazione comunale aveva invitato i nomadi a mettersi in regola anche per quanto riguarda le forniture idroelettriche, ma tutti gli appelli erano rimasti senza risposta. Secondo il Giornale di Vicenza nessuno dei sinti ha voluto nemmeno ricevere la lettera. Così, l’altra mattina i messi comunali hanno notificato ai nomadi la decisione della Giunta vicentina: le forniture cesseranno di essere erogate.

La denuncia della consigliera della Lega sulla morosità dei nomadi

Negli scorsi mesi il sindaco del Pd Achille Variati e la sua Giunta erano finiti nella bufera proprio per le bollette pagate ai nomadi: un gesto da molti giudicato come un inaccettabile privilegio, tanto più ingiustificato alla luce della crisi economica, che lascia tante famiglie senza la possibilità di pagare le bollette in casa propria. La consigliera comunale della Lega Manuela Dal Lago si era lamentata, in particolare, dei 125mila euro in tre anni spesi per pagare il conto dei nomadi.

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