I quotidiani del 12 febbraio visti da destra. Dieci articoli da non perdere

12 Feb 2015 9:26 - di Renato Berio

Oggi 12 febbraio sulle prime pagine dei quotidiani ancora la crisi Ucraina e poi la condanna a Schettino, il dramma dei naufraghi di Lampedusa e il record di ascolti per Sanremo ma c’è anche molto spazio per la politica: tra le notizie principali lo scontro in Forza Italia tra Berlusconi e Fitto e le future alleanze del centrodestra.

1) Per salvare la destra il re deve abdicare (Corriere della sera, p. 32)

Un intervento di Marcello Veneziani pone come centrale la questione del ruolo di Berlusconi per il futuro del centrodestra: il Cavaliere è stato artefice della nascita e del successo del polo liberale ma la sua monarchia è ormai una monocrazia egocentrica: è lui l’ostacolo principale alla rifondazione.

2) Ancora uno strappo di Fitto. Poi imita Fini: che fai mi cacci? (Il Giornale, p. 8)

Il confronto tra Silvio Berlusconi e il ribelle Fitto raccontato da Fabrizio De Feo. Il capo della fronda, per il Giornale, si ritrova all’angolo ma non recede. Brunetta calcola che i fittiani non sarebbero più di 8-10 alla Camera e altrettanti al Senato. Il ribelle Fitto replica all’ultimatum del leader con un comunicato che ricalca la famosa frase di Gianfranco Fini: che fai, mi cacci? Fini venne dichiarato incompatibile con il Pdl. Quale sarà la sorte di Fitto?

3) La linea di FI: non cediamo Liguria e Toscana alla Lega (La Stampa, p. 11)

“Su Liguria e Toscana non cediamo”. Questa la linea scelta da Silvio Berlusconi nei rapporti con la Lega di Salvini in vista della scelta dei candidati alle regionali. Dopo il patto di Arcore tra i due infatti tra gli azzurri è tutto un ribollire di sospetti e lamentele: molti parlamentari, come racconta Ilario Lombardo, chiedono a Berlusconi di non morire leghisti.

4) Meloni: alleati di FI? Solo se farà opposizione (Libero, p.9)

Intervistata da Paolo Emilio Russo la leader di FdI Giorgia Meloni spiega il senso del riavvicinamento a Silvio Berlusconi: “Non rieditiamo il vecchio, dice, non basta annunciare di essere opposizione, bisogna praticare l’opposizione”. Meloni afferma poi di avere trovato il Cavaliere “molto determinato nel voler fare qualcosa contro il falso rottamatore Renzi”.

5) Salvini e Meloni insieme ormai valgono quanto il resto del centrodestra (Il Tempo, p. 8)

Un sondaggio di Datamedia ricerche per Il Tempo registra le intenzioni di voto: FI (13%) guadagna un +0,2 e continua l’ascesa della Lega sempre primo partito del centrodestra con il 14,2. Fratelli d’Italia (2,3%) perde lo 0,2 mentre continua il trend positivo per il Pd che cresce dello 0,3%. Stabile l’area popolare composta da Ncd e Udc che insieme arrivano al 3,5%.

6) Fini: facile prevedere accadesse ancora (il Messaggero, p.10)

Sull’ultimatum lanciato da Berlusconi ai ribelli di Fitto Claudia Terracina intervista Gianfranco Fini. All’ex leader di An viene chiesto se ha consigli da dare a Fitto. Questa la risposta: “Credo che Fitto già sappia cosa fare. Da tempo ha ben chiaro il suo percorso perché conosce bene Berlusconi e sa perfettamente che non è mosso da una logica politica”. E ancora: “Berlusconi è fatto così, ha sempre avuto un’idea aziendale del partito”.

7) Suona Mozart, studia. La nuova vita monastica del Papa emerito (Corriere della sera, p.27)

A due anni dalla storica rinuncia di Benedetto XVI padre Georg racconta la nuova vita di Ratzinger. Nell’intervista si sottolinea anche la vicinanza tra il papa emerito e papa Francesco anche se “i modi di espressione sono talvolta molto diversi”.

8) Frigoriferi e occhiali: inchiesta sulle spese della Regione Marche (il Messaggero, p.1)

Spendaccioni inguaribili anche nelle Marche, altra regione “rossa” a finire nel mirino della Guardia di Finanza. Firmati i 66 avvisi di fine indagine. Tra gli indagati anche il governatore Spacca (Pd). Contestati cene, telefonini, olio al tartufo e lardo di colonnata.

9) Il nuovo libro di Giampaolo Pansa (Libero, p.24)

Libero pubblica un estratto del nuovo libro di Giampaolo Pansa, oggi nelle librerie, dal titolo La destra siamo noi (Rizzoli). Fra gli antenati della destra italiana troviamo Giovanni Guareschi, il comandante Junio Valerio Borghese, Giorgio Almirante, Franco Freda, Indro Montanelli. Possiamo domandarci se a loro sia giusto affiancare i democristiani Mario Scelba e Amintore Fanfani, grandi manager come Eugenio Cefis e Cesare Romiti, un eroe civile come Giorgio Ambrosoli, un leader nascente come Matteo Salvini. Ritiene di sì Giampaolo Pansa, rovesciando un luogo comune che considera la destra una piccola parrocchia di pochi fanatici e di bombaroli neri. Gli avversari l’hanno sempre dipinta così. Tanto da spingere molti elettori moderati, conservatori o nostalgici del fascismo a pensare che la loro parte politica non fosse necessaria alla democrazia, mentre lo erano i cattolici e i comunisti. Pansa ribalta il verdetto che giudica senza patria milioni di italiani.

10) Fisco: slitta il decreto sul 3%. Renzi: Silvio non c’entra  (la Repubblica, p. 16)

Rinviata la norma che contiene la contestata soglia del 3% sull’evasione, da alcuni ribattezzata salva-Berlsuconi. E c’è chi vede in questo atteggiamento del governo un modo per condizionare i futuri comportamenti sulle riforme di Silvio Berlusconi e di FI.

 

 

 

 

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