Se usi i termini “vu’ cumprà”, “zingari”, “nomadi”, “immigrati” sei un razzista: così ha deciso il Pd

11 Ago 2014 16:01 - di Girolamo Fragalà

Bada a come parli. Perché se ti sfugge una parola che usano tutti ma che fa inorridire le anime candide della sinistra nostrana, corri il rischio di essere messo sulla graticola e di essere apostrofato come “razzista”. È da tempo che il giochetto si ripete. Uno dei primi è stato Ignazio Marino: a suo dire i campi rom non portano alcun disagio ai residenti che hanno la fortuna sfacciata di abitare nei pressi. Ma non è questo il punto: per il sindaco di Roma (così come per quello di Milano e, perché no?, anche per quello di Napoli) nessuno deve permettersi di chiamarli zingari e nemmeno nomadi. Vanno chiamati caminanti, con una “m” sola, o sinti. Eppure “zingari” non è affatto un termine insultante, basti pensare alle tante canzoni di successo che hanno accompagnato generazioni di italiani, da Zingara di Iva Zanicchi a Zingaro di Umberto Tozzi per non parlare de Il cuore è uno zingaro di Nada, notoriamente artista di sinistra. Ma forse questo è razzismo sanremese. Poi à stata la volta della Kyenge e della Boldrini, entrambe inorridite dal termine “immigrati”: «Da oggi in poi chiamateli migranti», tuonarono e i giornali di area iniziarono subito a obbedire. Ora sulla graticola è finito Alfano, colpevole di aver pronunciato la frase: «Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu’ cumprà». Subito è insorto Dario Ginefra, deputato del Pd: «Gli ambulanti immigrati per Alfano sono “vu’ cumprà”? Tolleranza zero per le espressioni a sfondo razzista». Quindi non va bene neppure parlare dei vu’ lavà, che ti ritrovi ai semafori e che prentendono di pulire i vetri dell’auto in modo arrogante, specie se si trovano al cospetto di una donna. Men che meno bisogna parlare degli altri vu’ cumprà, quelli che – se sei seduto in pizzeria – non ti lasciano in pace finché non compri un fiore che chissà da dove proviene, magari rubato al cimitero. Il problema è che se è vero che il governo – incapace di fronteggiare l’invasione record di immigrati – parla dei vu’ cumprà sulla spiagga, è altrettanto vero che questo buonismo da un tanto al chilo va rispedito al mittente. Parlare di razzismo perché si usano termini come zingari, nomadi, immigrati o vu’ cumprà è ridicolo. La sinistra, invece, di fare moralismo da strapazzo, abbia il coraggio di vedere cosa c’è dietro: dal mercato nero gestito dalla criminalità organizzata e dal commercio di esseri unani fatto dagli scafisti fino allo scandalo dei grossi capitali che vengono scoperti nei campi rom e di cui non si sa la provenienza. 

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