Sos salute: studi di settore bocciano l’abbronzatura artificiale e promuovono il vino a inedito anti-carie

22 Mag 2014 14:15 - di Redazione

Pollice verso per le lampade abbronzanti. Semaforo verde per il vino rosso in qualità di antidoto anticarie. Recenti studi su rischi e benefici delle strategie mirate a bellezza e benessere sfatano miti igienisti e leggende salutiste: primo fra tutti la credenza popolare nell’abbronzatura artificiale. Quella in nome della quale ragazze sempre più ossessionate dal pallore si espongono a docce solari e quant’altro, credendo che le lampade facciano bene alla pelle. Nulla di più artefatto e inattendibile: a lanciare l’allarme i dermatologi americani della Loyola university health system che, nella stima di cifre e percentuali, oltre a registrare un 70% di abituali frequentatori dei solarium fra i 16 e i 29 anni, (soprattutto ragazze), convinti che i danni degli ultravioletti non li riguardino, arrivano a sfatare le più comuni convinzioni, bocciando le lampade e smantellando alcune tra le più diffuse (e pericolose) credenze tipiche dell’adolescenza. Non solo. A eliminare anche il più piccolo spiraglio di speranza, gli specialisti sentenziano senza pietà: le lampade di sole artificiale aumentano il rischio di tumori della pelle del 59%.
Non tutto è perduto, però: a titolo di consolazione possiamo berci un buon bicchiere di vino, nettare degli dei che inebria l’animo e che, da poco, si è anche scopertopotente antibatterico in grado di combattere la carie. E allora, smentiti da un recente studio i risultati benefici sul cuore, un calice di vino rosso mostra però dei promettenti risultati in ambito dentistico. A rivelarlo è una ricerca del Consiglio nazionale di ricerca spagnolo, pubblicata sulla rivista Journal of Agricultural and Food Chemistry. I problemi dentali sono molto comuni – spiegano gli studiosi – la perdita dei denti e le carie sono diffusi nel 60-90% della popolazione mondiale, ma il vero problema si crea quando i batteri nella bocca costituiscono i cosiddetti biofilm, delle vere e proprie comunità difficili da estirpare. I biofilm producono placca e degli acidi che iniziano a danneggiare i denti, contro i quali acqua, spazzolino e un dentifricio a base di fluoro hanno un effetto limitato. I colluttori antimicrobici, invece, possono cambiare il colore delle gengive e alterare il gusto, per questo si finisce per non usarli quanto si dovrebbe. Ed è qui che entrano in gioco i polifenoli, contenuti nel vino e nei semi dell’uva, che producono l’effetto di rallentare la proliferazione dei batteri. Insomma, meglio un sorriso bianco e splendente (e un buon bicchiere di rosso d’annata), che una carnagione dorata…

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