La Boldrini utilizza la giornata mondiale contro l’omofobia per un “comizio” sulle coppie gay

17 Mag 2013 13:04 - di Antonella Ambrosioni

La giornata mondiale contro l’omofobia si trasforma in un diktat nelle mani della presidente della Camera, Laura Boldrini, che non perde occasione per confondere le acque e sovrapporre distinti piani di lettura in nome degli orientamenti del partito che la esprime. Essere contro le «intollerabili aggressioni ed essere vicini a quanti subiscono episodi di discriminazione che hanno per oggetto il loro orientamento sessuale», come sostiene il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio, è una questione di civiltà irrinunciabile per ognuno di noi. Ma da qui a farne l’input per chiedere in  modo imperioso il via libera alle unioni gay è tutt’altro discorso anche per chi è convintamente contro l’omofobia. Invece il numero uno della Camera ed esponente di Sel parte con un comizio. Il riconoscimento delle unioni civili in particolare per gli omosessuali è necessario «anche perché questo avviene in 19 Paesi europei. È l’Europa che ce lo chiede, non solo quindi in tema di rispetto di bilanci, ma sul versante dei diritti». Nel suo discorso a Montecitorio, la Boldrini non ha rinunciato a cavalcare temi politici che da sempre le conosciamo, dimenticando che la Terza carica dello Stato ha il dovere di esprimere posizioni di equilibrio tra le parti che rappresenta e non confondere la condanna della violenza verso il diverso con la richiesta di diritti che guarda caso è una priorità solo per Sel. I due piani sono distinti e lo sono nella filosofia che si è voluta dare a questa giornata, nata con un taglio diverso dalla piega poi presa nelle parole della Boldrini. Infatti nel suo discorso il presidente Napolitano si è rivolto agli aspetti sociali e culturali del problema: «Un pensiero particolare a quei giovani che per questo hanno subito odiosi atti di bullismo che, oltre ad aggravare le manifestazioni di discriminazione, alimentano pregiudizi e dannosi stereotipi. La cultura del rispetto dei diritti e della dignità della persona ha già trovato significative espressioni sul piano legislativo e deve trovare piena affermazione in primo luogo nella famiglia, nella scuola, nelle varie realtà sociali e in ogni forma di comunicazione». Ma la Boldrini va avanti come un treno e parla una lingua meno istituzionale accusando «il mondo politico» di essere «rimasto indietro».

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