Moby Prince, 11 foto satellitari svelano il mistero: la petroliera all’ancora in zona vietata

3 Lug 2020 15:47 - di Paolo Lami

Undici foto satellitari, acquisite solo recentemente dai periti, svelano il mistero sulla strage della Moby Prince, il traghetto che il 10 aprile 1991 finì con la prua contro una petroliera: solo una persona si salvò, morirono in 140 fra passeggeri e membri dell’equipaggio nel terribile rogo che ne seguì.

La petroliera Agip Abruzzo contro cui il traghetto Moby Prince andò a cozzare era, dicono le foto satellitari trovate dagli ingegneri Gabriele Bardazza e Alfred Kominalla fonda in un’area del porto di Livorno dov’era espressamente vietato l’ancoraggio.

In particolare la petroliera aveva dato àncora all’interno di un triangolo virtuale che doveva essere lasciato tassativamente libero proprio perché serviva alle navi, compreso il traghetto Moby Prince, per entrare ed uscire dal porto.

Quella petroliera, insomma, non doveva essere lì quel giorno.

Una circostanza che sembra incredibile riuscire ad accertare a oltre 29 anni dai fatti. Eppure è così.

Ora quelle 11 foto satellitari sono finite insieme ad una relazione nel fascicolo della Procura di Livorno, titolare dell’inchiesta.

Per anni si è arrivato a sostenere che vi fosse nebbia. La nebbia c’era ma era solo quella di circostanza che, puntualmente, scende, da sempre, sulle stragi in Italia. Per confondere e non spiegare una cosa tanto banale quanto terribile.

La petroliera Agip Abruzzo stava dove non doveva stare. E questo ha portato al terribile incidente, ai 140 morti, ai processi infiniti e inconcludenti, ai depistaggi probabilmente non voluti. Probabilmente.

Nella ridda di ipotesi e teoremi che rigorosamente funestano la ricerca della verità come un male necessario in Italia, venne tirata fuori la presenza delle navi statunitensi al porto di Livorno. E, poi, la questione dei soccorsi che non soccorrevano. O soccorrevano in ritardo. E, quindi, la nebbia. Inesistente.

Quelle 11 foto acquisite ora – 9 dall’US Geological Survey che gestisce l’archivio satellitare Landsat e 2 dall’European Space Agency ma scattate dal satellite francese SPOT-2 – sono lì a certificarlo.

Niente nebbia quella notte. Solo quella maledetta petroliera che si era ancorata lì dov’era vietatissimo.

Le carte nautiche e i Gps cartografici recavano la scritta, inequivocabile: «divieto ancoraggio e pesca».

Commenti

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  • Alberto Lazzari 4 Luglio 2020

    Al di là della posizione della petroliera ma, scusate, im plancia del Moby Prince c’era il Comandante e gli ufficiali di competenza ? E se c’erano che cavolo stavano facendo visto che anche a quei tempi c’erano gli strumenti necessari per vedere attraverso la nebbia inesistente e, la Guardia costiera non ha visto una potroliera ormeggiata fuori area? E la catena di all’ arme? Stiamo facendo Ustica 2???

  • federico 4 Luglio 2020

    sì, ma è come quella situazione in cui il figlio di un regista ha investito due ragazze, lamentando che non fossero sulle strisce: guarda dove metti i piedi, o le ruote, o la prua