Scafisti scatenati, un altro barcone lasciato alla deriva con le Ong in soccorso…

20 Gen 2019 17:30 - di Lucio Meo

“Le persone a bordo del barcone alla deriva nel Mediterraneo sono in preda al panico, il nostro team sta cercando di calmarli. Abbiamo ripetutamente sentito le persone gridare, una persona ci ha detto che presto non sarà più in grado di parlare perchè sta congelando. La situazione è disperata”, è il messaggio che in queste ore arriva al centralino di Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico a cui si rivolgono i migranti che tentano la traversata. E’ l’ennesimo allarme che arriva dal Mediterraneo, dopo il gommone naufragato venerdi, i due intercettati dalla guardia costiera libica e quello soccorso da Sea Watch. In queste ore sembra che gli scafisti si siano scatenati e con loro, immediato, il ruolo delle Ong  pronte a lanciarsi al soccorso, anche grazie al sistema di allarme telefonico creato per i possibili naufraghi. “Una nave dell’Ong “si sta dirigendo verso l’emergenza segnalata da alarm_phone e sul quale nessuna autorità sta intervenendo. Siamo a circa 15 ore di distanza. Non possiamo coprire da soli il #Mediterraneo, dove le persone vengono lasciate morire”, scrive la Ong Sea Watch su Twitter.

Un altro barcone, in queste ore, chiede aiuto e trova le Ong pronte a offrirsi per soccorrerlo, a conferma di un pressing delle organizzazioni dedite al traffico di esseri umani sul governo italiano per convincerlo a cambiare linea sulla chiusura dei porti, con la sponda delle forze politica dell’opposizione. La linea di Matteo Salvini, nonostante il “processo mediatico” che subisce in queste ore, non cambia: “Mi sento colpevole? No, meno persone partono, meno persone muoiono, più persone partono, più persone muoiono” dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini, parlando in diretta da Vasto, in Abruzzo: “I porti sono e rimangono chiusi“, aggiunge. La linea è chiara: c’è un disegno per provare a “sfondare” il muro italiano sfruttando anche le tragedie del mare, che purtroppo sono sempre accadute. Ma dall’altro lato il governo, con Salvini in testa, non cambia idea: “Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani” aveva scritto in mattinata su Facebook-

Poi dal vicepremier arriva la stoccata all’opposizione: “Quanto a certi sindaci e governatori di PD e sinistra anziché denunciare la presunta violazione dei ‘diritti dei clandestini’, dovrebbero occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro lo stipendio. Sbaglio?”, conclude Salvini.

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