Bardi, il governatore “coscienzioso”: progetti e lotta all’inflazione. Altro che mancette…

20 Apr 2024 10:12 - di Pio Belmonte

Quando vediamo un bel giardino, spesso non comprendiamo il lavoro che c’è dietro. Ci vogliono settimane o mesi di studio, analisi e poi aspra, assurda fatica, “solo” per preparare il terreno, renderlo fertile; quindi, bisogna scegliere, tra mille possibilità, le piante giuste e il luogo giusto in cui metterle, perché possano fiorire e prosperare. E poi ci vuole acqua, concime, e ancora infinito lavoro, lavoro, lavoro, per anni. A volte bisogna tornare indietro, espiantate, ripiantare, riparare a dimenticanze ed errori di calcolo, persino ricominciare da capo. Solo spendendo energie, studio e dedizione, lì dove c’era un campo sterile, tutti potranno godere la bellezza di un parco.

Similmente accade in politica quando si decide – come in Basilicata si sta decidendo in questi giorni – di creare un virtuoso equilibrio tra ambiente e sviluppo, in un luogo in cui per anni hanno regnato la gramigna della corruzione e dell’assistenzialismo e la desertificazione dell’emigrazione. Orbene, i giardinieri di questa titanica impresa si trovano ad affrontare in Basilicata, domenica e lunedì, l’impresa più amara di tutte: spiegare e far apprezzare ai Lucani il lavoro fatto finora, ma farlo prima che i lussureggianti fiori e frutti del loro impegno si palesino con tutta la forza, dimostrando il valore dell’opera.

Programmazione e lotta al caro vita

Da quando è stato scelto nel 2019, l’attuale presidente Vito Bardi, che in questi giorni sostiene la sfida della riconferma, si è distinto per una caratteristica che ai politici in genere non piace: la sobrietà. Forse unico in Italia, Vito Bardi, ex generale Guardia di Finanza, famoso già in passato poiché stimato da superiori e sottoposti, ha portato avanti una singolare immagine di amministratore dedito allo studio e alla programmazione di lungo respiro. In una regione, la Basilicata, strozzata tra disoccupazione e stagnazione, in un periodo storico avaro di sviluppo industriale per tutta Europa – e dal quale la politica spesso prova a uscire con i logori e recessivi strumenti dell’assistenzialismo – Bardi è riuscito a puntare, tra le altre cose, sulla cosa più logica e intelligente: la lotta all’inflazione.

Le “royalties” petrolifere, introito fondamentale del bilancio lucano, che da anni venivano utilizzate per smantellare e rifare marciapiedi e distribuire piccole mance di paese, oggi vengono utilizzate per abbattere la bolletta del gas a tutti i cittadini residenti. Prossimamente sarà il turno della bolletta dell’acqua. Una voce importante dei consumi quotidiani dei Lucani (caso unico in Italia) è letteralmente azzerata, e questo ha dato fiato agli altri consumi, ha aiutato le fasce più deboli, ha liberato liquidità per gli investimenti. Non ci credete? Facciamo parlare i dati ISTAT e Svimez per la Basilicata, nel periodo 2019/2022: occupazione +3,52% (Italia +2,04%); disoccupazione 7,3% (Italia 7,9%; Sud 10,8%); PIL pro capite +6%. (Italia +3,5%, Sud +4%). Un piccolo miracolo economico, costruito con l’azione di sapienti e lungimiranti mosse di programmazione, nel solco della migliore politica italiana ed europea di sempre.

Dal piccolo miracolo economico al modello amministrativo

Ecco, in queste elezioni regionali, il centrodestra lucano è quel giardiniere coscienzioso che ha lavorato tanto, con dedizione e professionalità, e che adesso, prima che la bellezza del giardino esploda (sebbene si intraveda già qualcosa di confortante), è chiamato a rendere il conto del suo lavoro. La posta in gioco è altissima, e riguarda non solo la legittima aspettativa di una classe dirigente a vedersi riconosciuto il giusto merito; riguarda la sfida di saper trasmettere agli elettori l’impegno profuso per il territorio e per un modello amministrativo finalmente fondato sui risultati di lungo periodo, non sulle mancette o sugli annunci. È un appuntamento non solo per gli amministratori e i militanti lucani, non solo per il bravissimo Bardi, ma, in fondo, soprattutto per gli elettori, un momento storico per misurare la nostra capacità – nostra come Italiani – di saper costruire, e ricostruire, dopo tanti errori, una comunità giusta e felice, senza corruzione, elemosine né emigrazione.

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