"Più libri Più liberi"
Un giro allo stand di Red Star Press: trionfo del comunismo e minacce al cronista del Secolo
Insofferenza per la stampa libera anche al presidio Pd: il segretario romano, Enzo Foschi, si è rifiutato di rispondere alle domande del collega del Giornale
«Meglio che te ne vai». È iniziata con un invito scortese l’avventura del Secolo d’Italia alla fiera “Più libri, più liberi” di venerdì a Roma, dove allo stand di Red star press, casa editrice di estrema sinistra, mi è stato intimato di allontanarmi perché la mia presenza era evidentemente sgradita. Ho provato a fare qualche foto alle magliette in vendita nello spazio, tra cui una con un piccone e la scritta “Just do it”, come lo slogan della Nike, un’altra che inneggiava all’odio contro le forze dell’ordine “Questa barbie odia i poliziotti” (This barbie hates cops, ndr) e altre che raffiguravano armi da fuoco e molotov. Sul bancone c’erano volumi come Il libretto rosso di Mao e Il libro rosso di Stalin: insomma un trionfo di nostalgie sovietiche e comuniste. Sul banner c’era un logo enorme che ricordava quello della Rete antifascista, con i libri rossi e neri al centro, contornato dalla scritta “Editoria antifascista”.
Tra gli altri stand si intravedevano delle borse di tela che raffiguravano una frase ormai arcinota e ridondante negli ambienti della sinistra, ossia «sta rottura de co*ni dei fascisti». Insomma, il nemico immaginario è sempre in agguato. Mentre certi stand di sinistra erano semivuoti, quello di Passaggio al bosco era pieno di persone. C’era la fila persino per guardare i titoli dei libri: un successo evidente, anche a fronte delle numerose contestazioni che hanno attirato l’attenzione.
L’esperienza del Secolo a “Più libri, più liberi”: arriva il Pd a contestare Passaggio al bosco
Non è mancata una contestazione del Pd, assieme al movimento giovanile dei Giovani democratici, fuori dalla fiera del libro all’Eur. Anche loro si sono attivati per manifestare contro la presenza di Passaggio al bosco con uno striscione malconcio che recitava “Più libri, più liberi… dal Fascismo”. Il responsabile dei Giovani democratici Tommaso Cifoni, intervistato dai giornalisti, ha parlato della “Via al bosco” anziché di “Passaggio al bosco”. Un lapsus? Un momento di confusione? Tutto fa pensare che i progressisti non sapessero esattamente quale fosse il motivo della contestazione. Il segretario romano del Pd, Enzo Foschi, si è anche rifiutato di rispondere alla domanda di Francesco Giubilei, editore e firma de Il Giornale, sui libri del comunismo presenti alla fiera. Una protesta che, a quanto pare, non accetta il confronto neanche con i giornalisti.