La decisione pro-Ucraina
Ue, svolta clamorosa: approvato il congelamento dei beni russi. Palazzo Chigi: “Esplorare anche altre strade”
L’Unione europea dice sì al congelamento indeterminato degli asset russi. Il via libera è arrivato con il voto favorevole di 25 Stati membri e contrario di 2, si apprende da fonti Ue. La norma, basata sull’articolo 122 del Tfue, rende meno aleatorio il congelamento dei beni (doveva essere rinnovato ogni sei mesi all’unanimità) e, di conseguenza, meno complicato il prestito all’Ucraina basato su quei beni che l’Ue intende approvare nel prossimo Consiglio europeo, che inizierà il 18 dicembre.
Ue, beni russi congelati per convincere Putin alla tregua
L’Ue “ha appena deciso di immobilizzare a tempo indeterminato i beni russi”, ha sottolineato sottolinea l’Alta rappresentante Kaja Kallas. Questo “garantisce che fino a 210 miliardi di euro di fondi russi rimangano sul suolo dell’Ue, a meno che la Russia non paghi integralmente i risarcimenti all’Ucraina per i danni causati. Continueremo ad aumentare la pressione sulla Russia finché non prenderà sul serio i negoziati. Il Consiglio europeo della prossima settimana sarà cruciale per garantire il fabbisogno finanziario dell’Ucraina per i prossimi anni”.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha accolto “con favore” la decisione del Consiglio Ue “sulla nostra proposta di proseguire l’immobilizzazione dei beni sovrani russi”. In questo modo, ha aggiunto, “inviamo un segnale forte a Mosca: finché questa brutale guerra di aggressione continuerà, i costi per la Russia continueranno ad aumentare. Questo è un messaggio forte all’Ucraina: vogliamo assicurarci che il nostro coraggioso vicino diventi ancora più forte sul campo di battaglia e al tavolo dei negoziati”.
La posizione del governo Meloni
Insieme a Belgio, Bulgaria e Malta, l’Italia ha detto sì al Regolamento che intende stabilizzare l’immobilizzazione dei beni russi sino a che Mosca non cessi la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e non la risarcisca per i danni causati dalla sua guerra. Lo ha fatto perché non vi siano dubbi sul proprio sostegno all’Ucraina. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi, spiegando che l’Italia, tramite una dichiarazione aggiuntiva, ha però voluto sottolineare la necessità che decisioni di una tale portata giuridica, finanziaria e istituzionale siano sempre precedute da una discussione a livello politico e non vi siano fughe in avanti a livello tecnico.
Il monito di Mattarella sulla guerra
“L’Europa e l’Italia restano saldamente al fianco dell’Ucraina e del suo popolo, con l’obiettivo di una pace equa, giusta, duratura, rispettosa del diritto internazionale, dell’indipendenza, della sovranità, dell’integrità territoriale, della sicurezza ucraine”. Mentre si continua a discutere sulle varie ipotesi per fermare la guerra in Ucraina, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribadisce quali debbano essere i paletti imprescindibili per poter porre fine al conflitto. L’occasione è il tradizionale incontro al Quirinale con il corpo diplomatico accreditato in Italia per lo scambio di auguri di fine anno. Presenti 132 ambasciatori, mancano quelli della Federazione Russa e della Bielorussia come accade in ogni cerimonia ufficiale da quando Mosca ha aggredito Kiev.
E il Capo dello Stato non rinuncia a inchiodare il Cremlino alle proprie responsabilità, respingendo ogni ipotesi che possa suonare come una vittoria degli aggressori sugli aggrediti. “Sono la prevalenza del diritto, il rispetto delle regole che la comunità internazionale si è data, a scongiurare il conflitto, a favorire il superamento delle diseguaglianze. Ma questa prospettiva è stata bruscamente dissolta poco meno di quattro anni fa. Un protagonista della comunità internazionale, la Federazione Russa, ha, sciaguratamente, scelto di travolgere questo percorso ripristinando, con la forza, l’antistorica ricerca di zone di influenza, di conquista territoriale, di crudele prepotenza delle armi. Il principio non può essere muovere guerra per fare la pace: è paradossale. Appare insensata la pace evocata da parte di chi, muovendo guerra, pretende in realtà di imporre le proprie condizioni”.
“In un’epoca nella quale l’ordine internazionale che conoscevamo vacilla”, Mattarella ribadisce che l’Onu rappresenta “il più ambizioso tentativo nella storia dell’umanità di dare una cornice di regole alle relazioni internazionali”. Certo, “un sistema ideato nel 1945 richiede palesemente di venire adeguato alla necessità di riflettere le condizioni odierne della comunità internazionale, di essere improntato a maggiori rappresentatività e democraticità, dando spazio effettivo ad aree del mondo che, oggi, non lo vedono riconosciuto”.