L'accordo c'è
Ucraina, trovata la quadra: aiuti civili e militari. Meloni: “Ora spetta a Mosca dimostrare responsabilità”
Quadra trovata sul decreto Ucraina, il Consiglio dei ministri si avvia a licenziare il provvedimento che mette nero su bianco gli aiuti a Kiev che vengono rinnovati di un anno. La “cessione di mezzi materiali ed equipaggiamenti”, avverranno “con le stesse modalità” decise nel primo decreto varato nel febbraio 2022. Superate le divisioni, enfatizzate dalla stampa fino a immaginare fantasiosi rischi di crisi di governo. Il testo è condiviso anche dalla Lega al termine di incontri tra gli sherpa alleati. È stato Guido Crosetto, ministro della Difesa, a sigillare in modo ufficiale l’intesa trovata nella maggioranza: “C’è l’accordo”. L’Italia a continuare ad inviare aiuti civili e militari all’esercito di Zelensky e alla popolazione ucraina, sino alla fine del 2026.
Decreto Ucraina, trovato l’accordo, il testo è pronto
Nel provvedimento c’è una formulazione leggermente più ampia e diversa rispetto all’articolo dello scorso anno. Necessaria visti i passi in avanti verso il cessate il fuoco frutto del piano Trump e del lavoro del governo italiano. “L’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali e di equipaggiamenti militari, con priorità per quelli logistici, sanitari, ad uso civile e di protezione dagli attacchi aerei, missilistici, con troni e cibernetici, sarà prorogato”, previa approvazione da parte di Camera e Senato. Nel decreto Ucraina si rinnovano anche i permessi di soggiorno speciali in possesso di cittadini ucraini già presenti sul territorio nazionale prima del 24 febbraio del 2022. Un rinnovo che potrà avvenire sino al 4 marzo del 2027, “ferma restando la proroga della protezione temporanea concessa, sino alla medesima data, ai connazionali sfollati” in seguito alla guerra. Stabilita anche una copertura assicurativa per i giornalisti e i freelance italiani che si trovano in zone di guerra, o “ad alto rischio di conflitto armato”.
Meloni: coesione tra i partner Ue, ora spetta a Mosca
Intanto la premier Giorgia Meloni, al termine della conference all con i capi di Stato europei seguita al colloquio Trump-Zelensky a Mar a lago, ribadisce la posizione italiana. “Il presidente Meloni – si legge in una nota di Palazzo Chigi – ha nuovamente ricordato l’importanza della coesione tra partner in un momento in cui il processo negoziale segna passi in avanti. È stata inoltre ribadita l’esigenza di mantenere la massima convergenza sui temi che toccano gli interessi vitali dell’Ucraina e dei suoi partner europei. Si è convenuto che spetti alla Russia dare prova di senso di responsabilità, mostrando una reale volontà di giungere alla cessazione delle ostilità”. La rotta non cambia. No a soldati italiani in Ucraina, sostegno a Kiev fin quando ce ne sarà bisogno, garanzie solide per blindare la pace, lasciare gli ucraini decidere del loro territorio, vero nodo da sbrogliare. E, soprattutto, rinsaldare il fronte comune europeo con gli Stati Uniti. “L’Europa ha una partita importante da giocare – dice Antonio Tajani, ospite di Zona Bianca – dobbiamo essere uniti insieme agli Usa, possiamo essere un grande interlocutore per chiudere una stagione di guerra”.