Domani la prima semifinale
Supercoppa d’Arabia al via tra polemiche e discriminazioni: la Spagna incassa il doppio delle squadre italiane
Ricco montepremi per le italiane ma gli iberici prendono quasi il doppio per l'appeal di Real Madrid e Barcellona
E’ tutto pronto a Ryad per la Supercoppa italiana: Napoli, Milan, Inter e Bologna si affronteranno (domani gli azzurri contro i rossoneri, venerdì gli interisti contro i felsinei) per scegliere le due finaliste che il 22 dicembre si contenderanno il trofeo. Polemiche per i soldi, che pure sono tanti, ma che sono inferiori a quanto percepiscono le stelle spagnole, dal Real Madrid al Barcellona.
Circa 10 milioni a chi vince
I premi sono sostanziali: 9,5 milioni di euro andranno alla squadra vincitrice. 6,7 milioni di euro alla finalista e 2,4 milioni di euro ciascuno alle due squadre eliminate in semifinale. Non a caso è stata scelta l’Arabia Saudita ed è stato ampliato il format che include la seconda classificata in campionato e la finalista di Coppa Italia. Ma è niente rispetto a quanto percepisce la Spagna.
Quasi il doppio agli iberici
Il montepremi totale per l’Italia è di 23 milioni. Oltre 2 milioni vanno alla Lega calcio. Ma è niente rispetto a quanto guadagnano le squadre spagnole. Il fascino di Real Madrid e Barcellona incide: 40 milioni di montepremi per la Lega calcio iberica, quasi il doppio.
Biglietti esauriti grazie a Inter e Milan
La presenza di Inter e Milan, molto famose in Arabia, ha fatto si che i biglietti per le due partite venissero polverizzati. In pratica, Napoli e Bologna giocheranno fuori casa, visto che il tifo indigeno sarà tutto per le due compagini milanesi.
Il ritorno di Lukaku e Italiano outsider
Le partite saranno trasmesse sulle reti Mediaset. Inizio alle ore 20 italiane, le 22 di Ryad. Il Napoli ritrova la “bestia”, Romelo Lukaku, dopo 4 mesi di assenza per infortunio. Gli arabi tifano ovviamente per un derby in finale ma le incognite restano tante. Il Bologna di Vincenzo Italiano dato per vittima sacrificale potrebbe essere la sorpresa. Si gioca per il prestigio e per i soldi. Money it’s crime, direbbe Roger Waters. Anzi, no.