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Sanità e cure, dal report Agenas emergono progressi. Schillaci: “Il sistema migliora globalmente”

Presentato piano esiti

Sanità e cure, dal report Agenas emergono progressi. Schillaci: “Il sistema migliora globalmente”

Dai dati del rapporto 2025 emerge un miglioramento dei servizi rispetto all'anno precedente anche se resta il divario tra Nord e Sud

Politica - di Redazione - 9 Dicembre 2025 alle 13:39

I risultati del Piano nazionale esiti confermano un principio fondamentale: quando il sistema opera con standard nazionali basati su riferimenti normativi precisi e con strumenti efficaci di monitoraggio, il sistema globalmente migliora. Le analisi mostrano progressi significativi su più fronti”, ma “non mancano tuttavia alcune criticità. Permane infatti, come in altri ambiti sanitari, un significativo divario Nord-Sud”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento al ministero alla presentazione del Piano nazionale esiti curato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. “La concentrazione della casistica complessa in centri che garantiscono alti volumi di attività – correlati a maggiore efficacia – ha registrato miglioramenti notevoli: tra gli altri vorrei ricordare la chirurgia della mammella che è passata in quasi 10 anni dal 72% nel 2015 al 90% nel 2024, così come il tumore del polmone (da 69% a 83%) e della prostata (da 63% a 82%). I dati dicono che in questi anni sono state garantite una maggiore qualità e sicurezza delle cure per quanto riguarda l’area oncologica, e ciò grazie proprio alla capacità propulsiva del Dm 70 che ha portato alla concentrazione degli interventi a maggiore complessità in strutture qualificate e, quindi, nelle mani di operatori più esperti”.

Riduzione parti cesarei dal 25% al 22%

Riguardo all’area materno-infantile, c’è stata una graduale riduzione di parti cesarei che sono scesi dal 25% nel 2015 al 22% nel 2024 ed è lentamente cresciuta la percentuale di parti vaginali dopo taglio cesareo. Quindi – sottolinea il ministro Schillaci – si tratta di passi in avanti, ma dobbiamo e possiamo fare meglio per aumentare l’appropriatezza clinica in questo ambito. Poi, credo, sono soddisfacenti i dati relativi all’approccio mininvasivo e all’utilizzo della robotica che mostrano un utilizzo sempre più diffuso di queste tecniche, soprattutto in ambito urologico, anche con il superamento dell’approccio open (con percentuali anche superiori all’80%). Anche gli esiti migliorano: ad esempio la mortalità per bypass aortocoronarico isolato scende all’1,5%, e quella a seguito di interventi sulle valvole cardiache al 2%”.

Ancora divario tra Nord e Sud

Sulle problematiche invece il ministro della Salute analizza alcuni temi, ”si pensi alla concentrazione di interventi oncologici complessi che al Sud fatica ancora a raggiungere gli standard previsti, specialmente per il tumore del pancreas (solo 28% in centri ad alto volume) e il tumore del retto. Anche la tempestività di accesso alle procedure salvavita varia considerevolmente tra il Nord e il Sud, come pure l’appropriatezza clinica in ambito materno-infantile, con particolare riferimento ai parti cesarei primari e ripetuti”.

Qualità delle cure risultato di professionalità e capitale umano

”La qualità delle cure erogate è sempre il risultato di diversi fattori: c’è innanzitutto la professionalità del capitale umano e l’eccellenza dei nostri medici è un punto di forza del nostro sistema sanitario; ci sono, a livello regionale e di aziende sanitarie, necessarie scelte di programmazione, di appropriata allocazione delle risorse economiche e umane che determinano assetti organizzativi adeguati: un insieme di fattori il cui unico obiettivo è garantire cure efficaci, equità di accesso per i pazienti e sostenibilità per il Ssn”, osserva. Il Ministero della Salute ”fa la sua parte attraverso indirizzi e strumenti per rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale che rimane un punto di forza ed è guardato con attenzione come modello soprattutto all’estero. La nostra strategia – rimarca Schillaci – si declina nella valorizzazione degli operatori sanitari, revisione dei modelli organizzativi, in un’ottica di efficientamento e di efficacia alla luce delle evoluzioni che hanno cambiato la medicina, e nella dotazione di tecnologie all’avanguardia nelle strutture sanitarie. Al Nord come al Sud, perché l’accesso a cure di elevata qualità non sia privilegio di pochi, non dipenda dal cap come dico sempre, ma sia veramente un diritto esigibile da tutti”.

Report Agenas, 15 ospedali hanno raggiunto livello alto o molto alto in 6 aree

Arriva come ogni anno l’analisi delle performance degli ospedali italiani. L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha presentato al ministero della Salute i risultati finali del Programma nazionale esiti (Pne) 2025 che fotografa “un sistema sanitario in grado di migliorare quando siano fissati riferimenti normativi precisi e i dispositivi di valutazione permettano di monitorare i progressi fatti, indirizzando il cambiamento verso obiettivi condivisi e misurabili“.
Secondo i tecnici dell’Agenas la qualità dell’assistenza “migliora, ma il sistema rimane segnato da forti diseguaglianze territoriali, e da un divario Nord-Sud (ad esempio, sui volumi per la chirurgia oncologica complessa di pancreas e retto, sulla tempestività di accesso a procedure salvavita e sull’appropriatezza clinica in area materno-infantile)”.

Valutate nel Pne 2025 1117 strutture

Nell’edizione 2025 del Programma nazionale esiti sono state complessivamente valutate 1.117 strutture di ricovero per acuti (pubbliche e private), utilizzando i dati delle schede di dimissione ospedaliera (Sdo), linkati con l’Anagrafe tributaria (per la verifica dello stato in vita dei pazienti) e con il flusso dell’emergenza-urgenza (Emur) per la parte relativa al pronto soccorso. Il Programma non è una classifica, è il leitmotiv dell’Agenzia, ma propone comunque l’elenco di aziende ospedaliere che hanno fatto meglio di altre. Alla base c’è uno strumento per le attività di audit, il ‘treemap’, che permette di restituire una rappresentazione grafica sintetica della qualità delle cure, attraverso gli indicatori relativi a 8 diverse aree cliniche.

15 strutture su sei aree di “livello alto o molto alto”

Complessivamente, tra le 871 strutture valutate con il ‘treemap’ nella presente edizione (pari al 78% delle strutture per acuti), 189 – il 21% – hanno raggiunto “valutazioni alte/molto alte su tutte le aree sulle quali sono state valutate”. Sono 15 le strutture valutate su almeno 6 aree, che hanno raggiunto nel 2024 un “livello alto o molto alto”. Ospedale Bolognini (Lombardia); ospedale di Montebelluna (Veneto); ospedale Bentivoglio (Emilia-Romagna); ospedale di Città di Castello (Umbria); ospedale Maggiore Di Lodi (Lombardia); Fondazione Poliambulanza (Lombardia); ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia); Istituto Clinico Humanitas (Lombardia); ospedale di Cittadella (Veneto); ospedale Fidenza (Emilia-Romagna); Pof Lotti Stabilimento di Pontedera (Toscana); Stabilimento Umberto I – G. M. Lancisi (Marche); Aou  Federico II di Napoli (Campania); Ospedale di Savigliano (Piemonte); Ospedale di Mestre (Veneto).

Migliora concentrazione di casi complessi in centri di alto volume

Secondo Agenas, “la concentrazione dei casi complessi in centri ad alto volume è migliorata in molti ambiti, ma persistono criticità”. Il report analizza le principali aree, partendo da quella cardiovascolare. “Infarto miocardico acuto: ricoveri in calo (-21%), ma elevata concentrazione della casistica (circa il 90% in strutture ad alto volume). Valori analoghi registrati anche per l’angioplastica coronarica (Ptca). Bypass aortocoronarico: forte frammentazione della casistica, con pochi centri al di sopra della soglia dei 200 interventi/anno, scesi da 23 nel 2015 a 15 nel 2024. Il valore corrispondente di casistica in tali strutture si è ridotto dal 41% al 29%”.

Chirurgia oncologica del tumore alla mammella in forte miglioramento

Chirurgia oncologica del “tumore della mammella in forte miglioramento: la casistica trattata in strutture ad alto volume è passata dal 72% nel 2015 al 90% nel 2024, si legge nella sintesi del report. Miglioramenti significativi nella concentrazione degli interventi in strutture ad alto volume anche per tumore (Tm) del colon (dal 69% al 73%), prostata (dal 63% all’82%) e polmone (dal 69% all’83%). Quadro in miglioramento per le resezioni pancreatiche (dal 38% al 54%), ma con livelli critici nelle regioni del Sud e nelle Isole, in cui si concentra in strutture ad alto volume solo il 28% della casistica trattata. Risultati ancora più critici per gli interventi isolati sul retto, con quadro in peggioramento rispetto al 2025 (dal 30% al 22%) e una situazione geografica uniformemente livellata verso standard peggiori di assistenza”.

Frattura del collo del femore in anziani, miglioramento ma ancora regioni sotto standard

Tempestività dei trattamenti. “Ptca (Angioplastica Coronarica Transluminale Percutanea) per Stemi (infarto miocardico acuto associato a sopraslivellamento del tratto st) entro 90 minuti: valore mediano nazionale sale al 63% (era 57% nel 2020), ma con spiccata variabilità territoriale e valori tendenzialmente peggiori al Sud”. Interventi per frattura del collo del femore in pazienti ultra 65enni entro 48 ore: “miglioramento dal 52% nel 2020 al 60% nel 2024, ma ancora molte regioni con valori mediani sotto lo standard soprattutto al Sud”. Appropriatezza clinica. “Tagli cesarei primari in lieve calo (dal 25% nel 2015 al 22% nel 2024), ma con forti differenze Nord-Sud: Nord più vicino agli standard OMS (15%), Sud con valori mediani spesso al di sopra del 25%. Minore ricorso al Tc nelle strutture pubbliche e in quelle ad alto volume”. Episiotomie dimezzate: da 24% al 9%. “Parti vaginali dopo taglio cesareo (Vbac) in aumento dall’8% al 12%, ma con livelli ancora molto bassi al Sud”. Appropriatezza organizzativa. Colecistectomia laparoscopica: “Proporzione di ricoveri in day-surgery in forte crescita: dal 22% al 39%. degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni: miglioramento costante, con mediana nazionale all’87% (era al 74% nel 2015) e variabilità molto contenuta tra le strutture”. Esiti. “Bypass aortocoronarico isolato: valore mediano della mortalità a 30 giorni scende all’1,5%, ben al di sotto della soglia del 4% – riporta l’Agenas – Interventi su valvole cardiache: valore mediano della mortalità a 30 giorni scende al 2%, ma con criticità in Calabria, Campania e Puglia”.

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di Redazione - 9 Dicembre 2025