La Capitale di tutti
Roma, l’ultima follia della sinistra: marchiati con un “Qr code” i monumenti fascisti che evocano “messaggi sbagliati”
Sembrerebbe una barzelletta ma quando c’è la sinistra di mezzo, nulla di ciò che è comico viene escluso dalla battaglia politica, perfino la “black list” dei monumenti di epoca fascista. A Roma la grande rivoluzione di “trasparenza”, si fa per dire, è stata lanciata in Consiglio comunale da Pd e Avs, che in Campidoglio hanno approvato una mozione per “risignificare” con nuove spiegazioni collegate al qr code, quei luoghi e monumenti che portano i segni del regime fascista. I consiglieri Alessandro Luparelli e Michela Cicculli sono riusciti a far approvare dalla maggioranza che sostiene il sindaco Gualtieri una mozione nella quale si chiede di far “risignificare” le opere fasciste stigmatizzandone l’origine nell’architettura razionalista. I “qr code”, i codici a barre che si aprono inquadrandoli con il cellulare, dovrebbero servire per spiegare e “decostruire” il messaggio ideologico originario, evidenziando i valori violenti, discriminatori, razzisti e autoritari veicolati da tali opere.
“A 80 anni dalla Liberazione mi è sembrato giusto affrontare il tema dei numerosi lasciti e monumenti che risalgono all’epoca del fascismo”, ha detto Luparelli -. Questi monumenti furono fatti per diffondere l’ideologia e la propaganda fascista e oggi quelli sopravvissuti continuano a emanare il loro messaggio politico”. Tra i simboli del passato da cancellare, l’obelisco che troneggia in largo Lauro De Bosis, al Foro italico…