La rivelazione pubblica
Prodi e Monti svelano il patto dell’involtino primavera: “Ci accordammo sulle nomine Ue in un ristorante cinese” (video)
Attenti a quei due: Romano Prodi e Mario Monti, due Prof, due ex premier, due ex colonne del centrosinistra, si sono ritrovati a Milano per il premio Ispi 2025. Tra le dichiarazioni prevedibili contro Trump e i sovranisti e in favore dell’Europa e i silenzi e le omissioni sugli scandali all’Europarlamento, dal Qatargate all’inchiesta su Mogherini, Prodi e Monti hanno anche rievocato i metodi dei vecchi tempi.
Hanno ricordato, ad esempio, il patto dell’involtino primavera, nato nel 1999 quando Monti, fresco di un mandato da Commissario Ue per il mercato interno in scadenza, faceva già conto di tornare alla Bocconi. Alla presidenza della Commissione era stato indicato infatti un altro illustre connazionale, Prodi appunto, e l’economista dava per certo che nel bilanciamento tra Paesi all’Italia sarebbe rimasto un portafoglio minore.
«Mi invitò a Roma in un modesto ristorante cinese e con abilità straordinaria scodellò per me la funzione di Commissario alla Concorrenza», ricorda Monti. Un ruolo strategico, visto che proprio il commissario Monti presidiò il mercato europeo, arrivando a comminare nel 2004 una multa che fece storia, quella da 497 milioni di euro contro la Microsoft di Bill Gates per abuso di posizione dominante.
Oltre agli amarcord, i due ex pilastri ulivisti hanno commentato i recenti avvenimenti. «Trump odia l’Europa perché è un impedimento a un disegno politico nuovo per gli Usa, in cui l’Unione Europea è proprio un impiccio», ha sentenziato Prodi. «Questo è quello che sta facendo e che farà anche in futuro: dall’Ucraina a qualsiasi altro orizzonte del mondo», ha sottolineato il Professore. Il disprezzo di Trump «ha contato sulla nostra progressiva incapacità di decidere, che tanto ha contribuito alla nascita di nazionalismi e populismi in Europa» ha aggiunto Prodi.
A dargli manforte Monti. «Certamente quando Trump si ripropone di appoggiare partiti e Paesi sovranisti in Europa non fa che rafforzare, se avrà successo, quegli elementi che rendono già oggi l’Europa lenta», dice il senatore a vite e sarà così «anche in futuro, se quelle tendenze dovessero avere successo. Ma questa presa di posizione ha il merito che dobbiamo a nostra volta lasciare cadere tanti scrupoli avuti nell’ultimo anno». Per Monti, «viviamo momenti molto problematici per l’Europa, ma credo che Trump con il suo documento, e spero che anche il governo italiano possa produrre un documento simile, con una review di politica estera altrettanto approfondita, dice cose molto importanti: manifesta disprezzo e preoccupazione per le lentezze dell’Europa, che conosciamo anche noi».