La manovra
Pedrizzi: “Bene il governo sulla Tobin Tax che colpisce la speculazione finanziaria in nome dell’equità”
Dal 1° gennaio 2026, la Tobin Tax – sulla base della Legge di Bilancio in discussione in questi giorni in Parlamento – subirà un raddoppio delle aliquote principali, con modifiche che riguardano sia i mercati regolamentati che quelli non regolamentati: se non ci saranno modifiche, l’aliquota della Tobin Tax salirà dallo 0,2% allo 0,4% sulle transazioni di azioni italiane a elevata capitalizzazione mentre per le operazioni sui mercati regolamentati e non regolamentati, l’imposta passerà dall’attuale 1-2 per mille al 2-4 per mille.
“L’impatto previsto sui conti pubblici è pari a un incremento delle entrate fino a 1,5 miliardi nei prossimi tre anni. Una mini-riforma fiscale – sottolinea il senatore Riccardo Pedrizzi, già presidente della Commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama – che si configura come uno strumento moderno e sostenibile per promuovere equità sociale e competitività economica. L’idea è duplice. Innanzitutto scoraggiare la speculazione finanziaria eccessiva su azioni e derivati che può destabilizzare i mercati. Si pensi che attualmente il PIL mondiale cioè la ricchezza prodotta sull’intero pianeta ammonta a circa 110.000 miliardi di dollari, a fronte soltanto di derivati OTC (over the counter non regolamentati e spesso tenuti fuori bilancio del valore nozionale di 700.000 miliardi di dollari, secondo la Bri di Basilea), a cui si aggiungono poi le Borse delle quali solo quella di Wall Street gestisce 58.000 miliardi di dollari contro il PIL statunitense di 30.000 miliardi di dollari. Poi contemporaneamente la norma si propone di generare nuove entrate fiscali nel segno dell’equità sociale e delle risorse da mettere a disposizione dell’economia reale. In pratica, ogni volta che si compra o si vende un certo tipo di strumento finanziario, una piccolissima quota della transazione finisce nelle casse dello Stato. La tassa è calibrata in modo da colpire principalmente le operazioni speculative di grandi dimensioni che spesso si ripetono nell’arco di pochi secondi. In tal modo si protegge l’economia reale e quindi sia i lavoratori che le realtà produttive dei vari settori. Le entrate fiscali sono potenzialmente destinate a scopi sociali come la lotta alla povertà o agli investimenti ambientali. Secondo Pedrizzi, “questa Tobin Tax, seppur di trascurabile entità, potrebbe rappresentare un segnale da cogliere per sviluppare una grande battaglia culturale per una nuova economia più attenta ai principi etici e per una nuova regolamentazione dell’attività finanziaria, neutralizzandone gli aspetti predatori e speculativi e valorizzandone il servizio all’uomo, alla comunità locale e nazionale, coniugando, inoltre, il rispetto per le categorie più fragili con la necessità di modernizzare il Paese promuovendo un’economia più giusta e inclusiva. Si tratterebbe cioè di un passo avanti verso un Paese più equo, più competitivo e più sostenibile”.