CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Meloni 2025 globale

Il lavoro internazionale

Meloni, l’anno della proiezione globale: come l’Italia è tornata centrale nei dossier che contano

Dal rapporto diretto con Washington al Piano Mattei, dall’Europa al Mediterraneo allargato: nel 2025 la politica estera italiana ha smesso di inseguire ed è tornata a orientare

Esteri - di Alice Carrazza - 31 Dicembre 2025 alle 08:00

Nel 2025 la politica estera italiana ha smesso di essere un capitolo ancillare dell’azione di governo ed è diventata uno degli assi portanti della leadership di Giorgia Meloni. Non per dichiarazioni di principio, ma per una sequenza di iniziative che hanno collocato l’Italia nei principali snodi geopolitici dell’anno come protagonista.

Il ritorno della relazione diretta con gli Stati Uniti

Il primo segnale arriva a gennaio, con la presenza di Meloni alla cerimonia di insediamento di Donald Trump. Il dato politicamente rilevante non è la fotografia, ma il contesto: mentre molte capitali europee oscillano tra imbarazzo e attendismo, la premier italiana sceglie la linea della relazione diretta, assumendosi il rischio politico di essere l’unico capo di governo dell’Unione europea presente. È una scelta che rompe l’unanimismo prudente di Bruxelles e accredita Roma come interlocutore immediato della nuova amministrazione americana.

Mar-a-Lago e il caso Cecilia Sala

Quella scelta produce effetti concreti poche settimane dopo. L’incontro a Mar-a-Lago con Trump, letto da alcuni come un eccesso di personalizzazione della diplomazia, si rivela invece decisivo nella catena di mediazioni che porta alla liberazione e al rientro in Italia di Cecilia Sala. In un dossier delicatissimo, che intreccia Iran, Stati Uniti e canali informali, l’Italia dimostra di saper usare la leva politica più efficace disponibile. Non retorica, ma realpolitik applicata, con un risultato verificabile.

Roma torna piattaforma tra Stati Uniti ed Europa

La primavera segna il passaggio da una diplomazia di relazione a una diplomazia di piattaforma. Roma torna a essere luogo di sintesi. L’incontro tra Ursula von der Leyen e J.D. Vance, promosso e ospitato da Meloni, avviene nel momento di massima tensione tra Stati Uniti e Unione europea su dazi, commercio e sicurezza. Mettere allo stesso tavolo Washington e Bruxelles, senza ambizioni salvifiche ma con l’obiettivo di riaprire un canale politico, è un successo che pochi altri leader europei possono rivendicare.

La scommessa africana del Piano Mattei

Poco dopo, Villa Doria Pamphilj diventa il simbolo di un’altra ambizione: spostare il baricentro del rapporto euro-africano sul Mediterraneo. Il vertice con i leader africani sul Piano Mattei, affiancato al Global Gateway europeo, non è solo una vetrina. È il tentativo di imporre un metodo diverso: investimenti, infrastrutture, energia, cooperazione industriale, con l’Italia come cerniera tra Unione europea e continente africano.

Dai grandi vertici alla tenuta del profilo internazionale

Nei grandi consessi multilaterali – G7 in Canada, vertice Nato e G20 in Sudafrica – Meloni consolida un profilo da leader affidabile. Al G7 l’Italia resta agganciata alle decisioni che contano, evitando di scivolare ai margini del direttorio occidentale. Alla Nato rivendica impegni compatibili con la sostenibilità economica e industriale del Paese. Al G20 insiste su filiere strategiche, energia e rapporto Nord-Sud, in un contesto sempre più segnato dalla competizione globale.

Medio Oriente: equilibrio, fermezza e realismo

Il capitolo medio-orientale è il più complesso e politicamente rischioso. La partecipazione alla firma del piano su Gaza a Sharm el-Sheikh, il dialogo con i partner arabi e il confronto con Abu Mazen collocano l’Italia in una posizione di equilibrio difficile ma riconoscibile. Non neutralità passiva, ma coinvolgimento controllato, con una linea chiara: nessun futuro politico per Gaza con Hamas al comando.

Il Golfo e il Mediterraneo allargato come orizzonte strategico

A chiudere l’anno è il rafforzamento dell’asse con il Golfo, sancito dalla partecipazione al vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Energia, investimenti e stabilità regionale diventano pilastri di una strategia che vede il Mediterraneo allargato come spazio naturale di proiezione italiana.

Il bilancio politico del 2025

Il bilancio del 2025, al netto delle letture ideologiche, è netto: Giorgia Meloni ha costruito una politica estera fondata sulla presenza, sulla relazione personale e sulla capacità di inserirsi nei punti di frizione del sistema internazionale. Non tutto è risolto, non tutto è strutturale, ma l’Italia è tornata a contare nei luoghi dove si decide. In politica estera, alla fine, sono i fatti a fare la differenza.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Alice Carrazza - 31 Dicembre 2025