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Magistratura lenta con il bimbo disabile maltrattato, tempestiva per i bimbi del bosco: tutele per i minori a due velocità

Due casi a confronto

Magistratura lenta con il bimbo disabile maltrattato, tempestiva per i bimbi del bosco: tutele per i minori a due velocità

Cronaca - di Redazione - 10 Dicembre 2025 alle 16:23

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta al direttore del Secolo d’Italia, Antonio Rapisarda, del senatore Riccardo Pedrizzi

Caro Direttore,

da giorni è su tutta la stampa il caso della famiglia del “bosco”, per la quale la macchina delle “tutele” per i minori si è mossa con una rapidità straordinaria, portando via alla famiglia i figli alle prime notizie di un possibile stile di vita incompatibile con la loro salute e con la loro formazione. I pm, gli assistenti sociali, le forze dell’ordine, si sono attivati immediatamente per “fare giustizia” di ciò che è stato considerato inaccettabile e dannoso per dei minorenni, per riportarli – si è detto – in un alveo di “protezione”.

Non si capisce perché in altre situazioni, invece, ben più gravi, il tema della velocità di intervento non sia considerato prioritario, tantomeno quello dell’accertamento dei fatti e dei possibili danni a carico di bambini innocenti. Mi riferisco, in particolare, al caso del ragazzo autistico ospitato in un centro di riabilitazione nel comasco, Villa Santa Maria, che evidenzia un’altra dimensione dei ritardi incomprensibili nell’accertamento della verità rispetto a quanto avvenuto nel caso dei bambini nel bosco.

Tre interrogazioni parlamentari

Qui la famiglia ha denunciato presunti maltrattamenti, documentando ecchimosi e lesioni già dal 2020. Ricordiamo i fatti che vennero riportati in ben 3 interrogazioni parlamentari e di altro atto ispettivo presso la Regione Lombardia. L’On.le Luciano Ciocchetti interrògò il Ministro per le disabilità, il Ministro della salute, il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, scrivendo: “sono state rese pubbliche le segnalazioni da parte dei familiari di un minore di età inferiore ai 12 anni, ospitato in regime residenziale presso la clinica «Villa santa Maria» di Tavernerio,… i quali hanno denunciato la presenza, sul corpo del minore, di lesioni fisiche quali lividi, graffi e morsi… “secondo quanto riferito, tali episodi si sarebbero verificati in maniera ricorrente a partire da settembre 2020 per un arco temporale di oltre un anno, culminando in un grave evento avvenuto il 10 novembre 2021, quando il minore ha riportato una frattura scomposta a un braccio, che ha reso necessario il ricorso al Pronto Soccorso e un successivo intervento chirurgico”.

L’interrogazione di Gasparri

Il senatore Maurizio Gasparri interrogò i Ministri della giustizia, per le disabilità, dell’istruzione e del merito e della salute, scrivendo: “Premesso che in data 17 dicembre 2021 è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Como, in cui si denunciavano le presunte violenze subite da un giovanissimo ragazzo autistico ospite dell’Istituto “Villa Santa Maria”, sito in via IV Novembre a Tavernerio; il Procuratore della Repubblica ne chiedeva l’archiviazione”… “Successivamente all’opposizione della difesa della famiglia del minore, il GIP del Tribunale chiedeva nuove indagini alla Procura che, però, reiterava la richiesta di archiviazione”…

“Contro la richiesta di archiviazione della Procura il legale della famiglia del giovane ha proposto per la seconda volta ricorso al GIP, in quanto le indagini del PM apparirebbero ancora insufficienti”. Inoltre sottolineava il senatore che:   “Sembrerebbe che durante le indagini siano state ignorate tutta una serie di documentazioni, peraltro supportate da foto e video, prodotte anche da altre famiglie, che avrebbero promosso analoghe azioni contro il medesimo Istituto, si chiede di sapere…” Se il “Ministro della giustizia non ritenga opportuno, per quanto di propria competenza, accertare eventuali irregolarità o negligenze nella gestione del caso da parte degli uffici giudiziari coinvolti. In particolare verificando se si sia provveduto a tenere in considerazione il contributo dei carabinieri della competente stazione, che hanno svolto le indagini e che hanno interrogato i genitori del ragazzo, e dei medici, che hanno prestato servizio presso l’Istituto e che si sarebbero dimessi successivamente”.

Ancora il senatore  Sergio Rastrelli precisava che: “le lesioni patite dal minore si sarebbero protratte e reiterate almeno da settembre 2020 per oltre un anno”… “oltre gli eventuali profili afferenti alle responsabilità penali per i fatti in oggetto, è evidente che, in strutture come quella in esame, l’attività sanitaria debba concretizzarsi, tra gli altri obblighi e oneri cui sono tenute,non solo nella cura specifica del paziente nell’ambito del trattamento della patologia sofferta, ma anche nella tutela di questi da ogni fonte di pericolo e pregiudizio, siano queste causate dal paziente stesso verso altri o, addirittura, nei propri confronti, siano esse provocate da terzi; la posizione di garanzia di tali strutture è infatti incompatibile con azioni od omissioni contrastanti con il dovere giuridico di cura e custodia gravante sugli agenti nei confronti dei pazienti ospitati”.

Si è ancora lontani dall’accertamento della verità

Ora, nonostante questi “pesanti” interventi politici si è ancora lontanissimi dall’accertamento della verità. Eppure nell’estate scorsa ben 14 operatori della stessa struttura hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini per altri presunti maltrattamenti. Riassumiamo tutta la vicenda: il ragazzo, che chiameremo Francesco, affetto da spettro acustico, è stato ospitato in regime residenziale presso l’Istituto “Villa Santa Maria” a Tavernerio (Como); nel corso del periodo di ospitalità i genitori rilevano al rientro periodico in famiglia che il ragazzo presenta sul proprio corpo ecchimosi, graffiature, morsicature e tumefazioni: tutte documentate e filmate e fatte presenti ai responsabili della struttura; il 10 novembre 2021, Francesco viene trasportato in ambulanza presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Erba dove viene diagnosticata frattura al braccio, nello specifico dell’omero destro. Successivamente parte la denuncia anche per altri episodi di maltrattamenti.

Da allora, cioè da ben 4 anni, si aspetta ancora giustizia e la verità è ancora da accertare; perché si è arrivati a contestare che le lesioni fossero frutto di maltrattamenti, nonostante la copiosa documentazione fotografica prodotta dall’avvocato Piero Porciani che assiste la famiglia del bambino. Infatti il Procuratore della Repubblica, Dottor Massimo Astori per ben due volte ha chiesto l’archiviazione delle denunce, non dovendosi procedere nei confronti dei responsabili di Villa Santa Maria.

A giudizio 14 operatori di Villa Santa Maria

Ma è più strano, se non più grave, che lo stesso Procuratore ha rinviato a giudizio 14 (diconsi quattordici) operatori di Villa Santa Maria per reati di vari maltrattamenti nei confronti di numerosi minori ospiti; e le indagini che sono alla base del rinvio a giudizio di questi 14 operatori si sono svolte proprio nello stesso periodo di tempo di quelle che hanno portato, invece all’archiviazione del procedimento relativo al piccolo Francesco. Eppure nello stesso periodo di tempo di indagini la famiglia ha “inondato” l’Istituto Villa Santa Maria di comunicazioni e foto che documentavano i danni fisici e psichici subiti dal loro bambino. Pertanto non si comprende come l’Istituto possa dichiarare anche a mezzo stampa di non essere a conoscenza di quanto avveniva al proprio interno da parte di ben 14 operatori. Peraltro pare non si sia fatto alcun accertamento circa l‘omissione – grave – di comunicazioni alle autorità di polizia da parte dell’Ospedale di Erba, che aveva constatato la frattura del braccio di Francesco e che aveva provveduto al successivo intervento chirurgico.

Verità e tempestività non sempre coincidono

Come si vede, rispetto al caso dei bambini nel bosco, dove l’intervento giudiziario è stato veloce e deciso per tutelare i minori – si dice -, su questa vicenda la risposta della magistratura appare estremamente lenta e con molte incertezze: eppure sono sotto accusa ambienti di cura e protezione.  Questa discrepanza tra la rapidità di azione giudiziaria nel caso dei bambini nel bosco e la lentezza, la estrema lentezza nel riconoscimento di maltrattamenti su persone vulnerabili in strutture pubbliche pone questioni importanti sul funzionamento e l’efficacia del sistema giudiziario nel tutelare i minori e le persone fragili; evidenziando come la verità e la giustizia non coincidano sempre con una tempestiva azione giudiziaria coerente e completa. E casi come questo che dovrebbero allarmare istituzioni, politica ed opinionisti, purtroppo restano sotto silenzio a meno che non ci siano quotidiani come il suo. Grazie per l’ospitalità e cordiali saluti.

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di Redazione - 10 Dicembre 2025