La lettera
L’appello di Alemanno: il “Giubileo dei detenuti” si trasformi in un giorno di speranza
Il prossimo 14 dicembre si svolgerà nella Basilica Vaticana il “Giubileo dei Detenuti” con una celebrazione presieduta da Sua Santità Papa Leone XIV. E’ per questa occasione che Gianni Alemanno ha scritto un appello al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ai presidenti delle Camere, al Vice Presidente del Senato Anna Rossomando, al direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dottor Stefano Carmine De Micheli. “È un appuntamento fortemente voluto dal Santo Padre Francesco nell’ambito del Giubileo “Spes non confundit”, nella cui Bolla di indizione troviamo scritto: “Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai Governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi.”
L’appello di Alemanno per il “Giubileo dei detenuti”
Scrive Alemanno nel suo appello: “Ci permettiamo di domandare alle SS. VV. come le Istituzioni italiane vogliano celebrare questo importante evento e come intendano rispondere, dopo quasi un anno di attesa, all’appello a loro rivolto dal compianto Papa Francesco, proprio in un momento in cui gli Istituti di pena si trovano in una situazione di grave emergenza, che si scarica sulla condizione delle persone detenute e del personale che opera in questo contesto”.
Alemanno in questo appello che firma insieme al compagno di cella Fabio Falbo ha rammentato il tema che gli sta a cuore: “il sovraffollamento delle carceri italiane sta toccando vertici raramente raggiunti nella storia della Repubblica (…): siamo al 138,39% di sovraffollamento con 63.831 persone detenute a fronte di 46.124 posti realmente disponibili. Questo sta provocando in tutte le carceri italiane una profonda e negativa trasformazione, che vede le persone detenute sprofondare in condizioni che rientrano nella fattispecie dei “trattamenti inumani o degradanti” sanzionati dall’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, senza spazi di vivibilità nelle celle e con la soppressione delle iniziative di socialità e di trattamento culturale e lavorativo”.
Speranza e dignità al mondo delle carceri
Chiede pertanto a coloro a cui ha indirizzato la sua missiva “una profonda riflessione sulle scelte da compiere. Alcuni di voi saranno sicuramente presenti il 14 dicembre nella Basilica Vaticana quando Papa Leone XIV darà seguito agli intendimenti del Suo predecessore Papa Francesco. Non vogliamo credere che pur legittime preoccupazioni elettorali e antiche inerzie burocratiche possano impedire alle forze politiche di maggioranza e di opposizione di costituire un ampio fronte politico per concedere “forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società” e per ricostruire “percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi”.
“Ma siccome questo Giubileo ci insegna che la “Speranza non delude” – scrive- siamo convinti che non lascerete cadere questa occasione per ridare speranza e dignità al mondo delle carceri, alla popolazione detenuta come agli uomini e alle donne della Polizia penitenziaria. Con deferenza. Gianni Alemanno e Fabio Falbo