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La riforma della Corte dei Conti è legge, altra vittoria del governo. La sinistra farfuglia: “E’ una vendetta…”

Sanato un vulnus

La riforma della Corte dei Conti è legge, altra vittoria del governo. La sinistra farfuglia: “E’ una vendetta…”

Il Senato approva in via definitiva il ddl. Tommaso Foti primo firmatario: "È un testo che apre una breccia contro la 'paura della firma' che ha condizionato troppi amministratori e funzionari pubblici nell’esercizio delle loro funzioni. Il principio è semplice e giusto: lo Stato deve vigilare, non paralizzare"

Politica - di Adriana De Conto - 27 Dicembre 2025 alle 17:23

Un altro goal del governo Meloni. Il Senato approva in via definitiva il ddl sulla Corte dei Conti, confermando il testo licenziato dalla Camera. Tutti respinti gli emendamenti presentati dalle opposizioni. Il provvedimento, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sarà legge. I sì a favore della riforma sono stati 93, i no 51, gli astenuti 5. La sinistra tutta è sulle barricate e usa termioni apocalittici parlando di “vendetta” del governo sui giudici contabili; contestando duramente sia il contenuto del testo sia la “fretta” con cui il governo lo ha portato in Parlamento all’approvazione definitiva. Straparlano di “scudo ai colletti bianchi” e di “fastidio per i controlli” da parte del governo. Rilievi rintuzzati su tutta la linee

Corte Conti, Mantovano replica alle opposizioni: Ma quale vendetta…”

Non c’è nessuna vendetta – spiega Alfredo Mantovano- perché l’iter di questa riforma parte all’incirca due anni fa. In Senato è approdata nel marzo di quest’anno, vi è stata una serie di audizioni: legarla al provvedimento della magistratura contabile sul Ponte sullo Stretto che è intervenuto poco più di un mese fa, mi sembra, per usare un eufemismo, una forzatura”. Ridicolizzato il Pd che parla di una “demolizione di controlli sul potere”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha evidenziato la collaborazione tra Corte e Governo.

“Costanti interlocuzioni con la Corte dei Conti”

”Non c’è questa unanimità di dissensi tra i giudici contabili perché più di uno di loro ha manifestato favore nei confronti della riforma. Mentre la riforma era in corso, soprattutto nella parte di approfondimento che ha avuto alla Camera, vi è stata una costante interlocuzione con rappresentanti della Corte dei Conti che ha permesso di modificare più di una delle norme dell’impostazione originaria”.

Sinistra sulle barricate: troppa fretta. Foti la zittisce

Quanto alla “fretta” additata dalle opposizioni, replica Tommaso Foti, primo firmatario e principale promotore parlamentare del provvedimento. “La riforma è stata approvata, dopo due anni di confronto parlamentare”. Si tratta di un testo che attribuisce alla Corte dei Conti un nuovo ruolo di supporto agli amministratori pubblici; assicurando in via preventiva a quest’ultimi una concreta assistenza nell’articolata gestione delle risorse pubbliche. Non si tratta di un semplice aggiustamento tecnico; ma di una svolta politica chiara e coraggiosa: favorire l’assunzione di provvedimenti legittimi in tempi rapidi nella pubblica amministrazione, liberando l’Italia da una burocrazia paralizzante. È una riforma che apre una breccia contro la ‘paura della firma’ che ha condizionato troppi amministratori e funzionari pubblici nell’esercizio delle loro funzioni. Il principio è semplice e giusto: lo Stato deve vigilare, non paralizzare”.

Foti: “La riforma tutela chi lavora in buona fede”

Foti spiega ancora il senso della riforma: “Essendo indispensabile tutelare la finanza pubblica dagli amministratori infedeli e incompetenti, la riforma fa emergere da subito la distinzione di comportamento di funzionari attenti e prudenti da quello di funzionari infedeli o incapaci. È una riforma che tutela dunque chi lavora in buona fede: distinguendo nettamente gli errori involontari dai comportamenti dolosi o gravemente colposi. Evitando cosi il blocco di iniziative strategiche della pubblica amministrazione, per il timore di procedimenti infondati per danno erariale”.Insomma, conclude, “contrariamente a quanto interessatamente sostenuto dai suoi oppositori, una riforma che non è fatta contro la magistratura contabile ma per diminuire la burocrazia, favorire la responsabilità, promuovere lo sviluppo: un passo decisivo per un’Italia che decide, realizza e guarda avanti”.

“Da tempo come FdI portavamo avanti questa riforma per superare quegli ostacoli burocratici che, per ammissione degli stessi operatori del settore, rappresentano un freno all’efficienza della PA”. Parla Galeazzo Bignami, capogruppo FdI alla Camera. “Grazie a questa riforma viene eliminato il rischio di danno erariale per meri atti amministrativi che aveva generato in tantissimi amministratori la ‘paura della firma’: che di fatto ha creato un freno alla realizzazione di opere e servizi, ripercuotendosi sugli stessi cittadini”. “Alla sinistra che anche in questa occasione ha mostrato il suo volto da opposizione strumentale, ribadiamo che: questa riforma ristabilisce il giusto e corretto rapporto tra Pubblica Amministrazione e giudici contabili; ridando allo Stato il potere di decidere nel pieno rispetto dell’interesse pubblico e di un corretto utilizzo delle risorse pubbliche. Una riforma che, come le altre che stiamo portando avanti, guarda ai bisogni degli italiani e al futuro della nostra Nazione”.

Kelany: “Si apre  un capitolo nuovo per la Nazione”

Si tratta di una riforma necessaria mette in chiaro Sara Kelany, parlamentare di FdI: “Si apre un capitolo nuovo per la nazione. Finalmente i dirigenti, liberi dalla paura della firma, saranno messi nelle condizioni di poter lavorare serenamente. Senza lo spettro di dover sottostare a procedimenti per danno erariale; portati avanti anche a distanza di anni solo per essersi assunti doverose responsabilità. La riforma restituisce alla Corte dei Conti la ineliminabile funzione di collaborazione con le pubbliche amministrazioni nella fase preventiva e di controllo. Che renderà più efficace ed efficiente l’azione delle pubbliche amministrazioni”. Dunque, “ogni critica che arriva dalle sinistre è pretestuosa e ideologica; se non dettata da interessi corporativi che non fanno onore alla causa”.

“Il tentativo delle opposizioni di far passare questa riforma come una vendetta del Governo per la decisione della Corte dei Conti sul ponte di Messina é strumentale e senza fondamento: in quanto l’inizio dei lavori su questa proposta risale al 2024, ben prima della suddetta sentenza”. Lo ribadisce il senatore Gianni Berrino, capogruppo in commissione Giustizia. “La verità è che questa è una riforma voluta da tutti i Sindaci e stupisce che i partiti delle opposizioni non ne tengano minimamente conto”.

Gasparri: “La riforma sana un vulnus. Le amministrazioni smettevano di decidere”

Ancora una importantissima riforma varata dal centrodestra, commenta Maurizio Gasparri. “Saniamo un vulnus che va avanti da troppi anni. L’equilibrio tra l’efficienza dell’amministrazione e il controllo della Corte dei Conti si è infatti incrinato nel tempo – spiega il presidente dei senatori di Forza Italia- ; trasformandosi in soggezione da parte degli amministratori pubblici e nella costante paura di incorrere in richieste di risarcimento abnormi: a volte a distanza di molto tempo dai fatti contestati. Il risultato è che troppe amministrazioni sono paralizzate e, semplicemente, smettono di decidere. A pagarne il prezzo sono i cittadini”. Ecco spiegata la necessità del “provvedimento: che trae spunto da una sentenza scritta non dal centrodestra ma dalla Corte costituzionale, vogliamo fare chiarezza. Il nostro obiettivo è restituire certezza ed evitare la stasi. Un obiettivo condiviso dalla maggioranza degli amministratori pubblici, a prescindere dal colore politico. Spiace che, ancora una volta, le opposizioni abbiano scelto di voltare le spalle al Paese reale preferendo l’ennesima, sterile polemica polemica”.

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