Roma
La memoria e la tradizione contro la deriva della “cancel culture”. Un convegno e un libro di Ucid e “Sunodia”
Si è svolta nei giorni scorsi, presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma, la presentazione di “Tradizione e Cultura”, il nuovo volume curato dal Centro Culturale Sunodia e dal Comitato Tecnico Scientifico UCID, che raccoglie i saggi di studiosi, giuristi, filosofi, economisti e intellettuali tra cui Salvatore Abbruzzese, Domenico Airoma, Gianfranco Amato, Francesco Botturi, Massimo Bufacchi, Luisa Capitanio Santolini, Maurizio Cinelli, Silvia Guidi, Paolo Gulisano, Maurizio Longhi, Giovanni Maddalena, Franco Nembrini, Riccardo Pedrizzi, Salvatore Sfrecola, Bruno Sconocchia, Davide Rondoni e Paola Maria Zerman.
Nella sua relazione il Senatore Pedrizzi, presidente del Cts Ucid, ha sottolineato come la mancanza della “tradizione” nella vita dell’uomo contemporaneo e dei popoli più sviluppati “potrebbe essere una delle cause del loro declino”.
Il Centro Studi “Tradizione e cultura” nel solco della Dottina sociale
“Il Centro Studi “Tradizione e Cultura – ha detto Pedrizzi – nasce sul filone della Dottrina Sociale della Chiesa che, seguendo il metodo proposto da Papa Pio XI — “vedere, giudicare, agire” — seguendo la linea concordata con l’avvocato Bruno Sconocchia, artefice del centro – chiede di osservare attentamente la realtà contemporanea per interpretarla alla luce dei principi cristiani e della Tradizione. Viviamo un tempo segnato da profondi mutamenti culturali, sociali e morali. L’Occidente, e in particolare l’Europa, sembrano attraversare una crisi di valori, di riferimenti e di identità; la globalizzazione e la rivoluzione tecnologica hanno amplificato un processo di sradicamento che investe individui e comunità, indebolendo il senso di continuità, appartenenza e trasmissione. In questo contesto, l’idea di fondare un Centro Studi dedicato alla Tradizione nasce come risposta culturale e spirituale a una modernità disorientata e spesso priva di radici. Secondo i fondatori, la Tradizione non è un residuo del passato, ma una forza viva e dinamica, capace di orientare l’uomo nel presente e di offrirgli una bussola per costruire il futuro. Il Centro Studi “Tradizione e Cultura” intende quindi proporre una lettura critica e costruttiva della società contemporanea, offrendo spazi di approfondimento, seminari, incontri pubblici e attività di ricerca che aiutino a riscoprire il legame tra fede, cultura e vita sociale. L’obiettivo è contribuire a una rifondazione culturale che, partendo dalla Dottrina Sociale della Chiesa, restituisca all’uomo di oggi il senso del limite, della comunità e della trascendenza”.
L’avvocato Sconocchia, dal canto suo, ha sottolineato come il riferimento alla memoria “si realizzi temporalmente in primo luogo attraverso la ricezione della tradizione, poi con la sua verifica sotto il profilo esperienziale, quindi con il giudizio di accettazione di quanto sperimentato, naturalmente inquadrato nelle condizioni di luogo e tempo che necessariamente implicano una pratica di adattamento senza sconvolgimento dei valori essenziali e prevalentemente con riferimento alla Verità metafisica nonchè infine con la trasmissione di ciò che si è sperimentato che diventa cultura”. L’Associazione culturale Sunodia e il Comitato tecnico scientifico dell’Ucid, con la creazione del Centro studi e ricerche sulla tradizione – “hanno come obiettivo di approfondire quegli aspetti che favoriscono la sua configurazione come elemento culturale nella nostra attuale società, hanno pubblicato una raccolta di saggi su tale tema con il titolo “Tradizione e cultura”, ha concluso l’avvocato. Il presidente della Bcc di Roma, la più grande banca di credito cooperativo italiana, Dottor Maurizio Longhi, ha concluso la presentazione del “Centro” e della pubblicazione, illustrando il ruolo strategico delle banche cooperative nel sostenere come banche di territorio e di prossimità famiglie e piccole imprese proprio nei momenti di difficoltà dell’economia e soprattutto quando le grandi banche allontanano sempre più i loro centri decisionali dalle realtà locali. “E non è un caso – ha detto- che le Bcc ancora oggi , come recitano tutti i loro statuti, si ispirano ai principi della Dottrina sociale della Chiesa, essendo proprio nate per iniziativa del movimento cattolico che seguì alla enciclica “Rerum Novarum” di Leone XIII”.