Verso il voto, poi alla Camera
La manovra in aula al Senato. Maggioranza compatta: i gufi dell’opposizione smentiti ancora una volta
La manovra arriva in aula al Senato in vista dell’approvazione attesa per domani. Poi passerà alla Camera per il via libera definitivo. Archiviate le fibrillazioni nella Lega, si va dunque avanti con un doppio risultato da parte di maggioranza e governo: l’ennesima dimostrazione della capacità di fare sintesi fra le diverse sensibilità del centrodestra e il proseguimento dell’impegno per sostenere lavoratori e imprese.
Tajani: «Manovra equilibrata e seria. Le fibrillazioni? Fisiologiche»
«È una manovra che va nella giusta direzione, perché punta ad aiutare il ceto medio, con la riduzione dell’aliquota dal 35 al 33%, a ridurre la pressione tributaria sulle imprese, con l’iper-ammortamento, a favorire gli aumenti contrattuali con la detassazione per i lavoratori che hanno stipendi più bassi. Per non parlare degli investimenti crescenti nella sanità», ha commentato il vicepremier Antonio Tajani, intervistato dal Quotidiano Nazionale. «Quello che è successo nei giorni scorsi è assolutamente fisiologico. Non c’è manovra – ha aggiunto – che non abbia visto fibrillazioni e polemiche anche nella maggioranza. C’è stata, nel caso specifico, qualche incomprensione nella Lega, ma tutto si è risolto con un ritardo minimo. E, al dunque, ciò che conta è l’aver condotto in porto una legge di Bilancio equilibrata, seria, che garantisce, con il taglio dell’Irpef, riduzioni fiscali al ceto medio e sostegni alle imprese, assicurando la tenuta dei conti pubblici».
Salvini chiarisce: mai ipotizzata una crisi di governo
Lo stesso Matteo Salvini ha chiarito, ospite ieri sera della trasmissione Zona Bianca su Rete4, che l’ipotesi di un rischio crisi di governo non è mai stata reale e ha aggiunto che lo stallo sulle pensioni era scaturito dal fatto che «semplicemente alcuni tecnici avevano previsto nei prossimi anni di allungare di mesi l’età per andare in pensione e io ho detto no, che si possono chiedere soldi altrove, e abbiamo ottenuto che non ci sia stato l’aggravamento delle condizioni per andare in pensione, perché in Italia si lavora già tanto e mandare la gente in pensione più tardi era per me inaccettabile».
Donzelli: «Maggioranza compatta, da Meloni azione di sintesi»
Il chiarimento le divergenze tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e alcuni parlamentari del suo partito, lo stallo è stato superato e, come sottolineato dal deputato e responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, «la compattezza della coalizione ha evitato che tutto questo si trasformasse in difficoltà per gli italiani, prima che per la maggioranza di governo». Una cornice in cui, ancora una volta, si è evidenziato il ruolo di «sintesi» svolto dalla premier Giorgia Meloni. «È normale, la presidente del Consiglio non è mica una passacarte. La leadership forte di Meloni è un patrimonio importante per la nostra nazione e l’elemento centrale di stabilità del governo. Fa sintesi. E infatti abbiamo trovato celermente soluzioni. Per questo le opposizioni ce la invidiano», ha aggiunto Donzelli, ricordando che quello che le opposizioni hanno indicato come elemento di debolezza è, in realtà, un elemento di forza del centrodestra.
Smentite le “fantasie” di certi giornalisti e parlamentari
«Al di là di retroscena e ricostruzioni, dei quali diffido perché provengono più dalla fantasia di giornalisti o di parlamentari che vogliono dimostrare di sapere più di quello che sanno, io vedo non solo nella coalizione ma anche dentro i partiti una compattezza mai vista prima in una legislatura repubblicana», ha chiarito ancora l’esponente di FdI, liberando il campo anche dalle polemiche sul merito della manovra: «Le opposizioni probabilmente leggono la manovra cercando bonus, mance, interventi spot. E non li trovano perché non ci sono. Mentre loro quando governavano cercavano misure a effetto, mirando al consenso immediato con il timore di elezioni dietro l’angolo, noi pensiamo all’effetto delle misure: scriviamo la manovra per influire sui prossimi decenni, per rendere l’Italia più competitiva. Questa è la prima legislatura in cui ogni finanziaria va letta collegata alla precedente e alla successiva. Con un’unica visione».
Una manovra per rendere l’Italia più competitiva
Vanno in questa direzione gli interventi per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, le risorse per il servizio sanitario, gli aiuti alla natalità e il sostegno a chi produce lavoro. «Se le entrate fiscali aumentano nonostante il taglio delle tasse, vuol dire che lavoriamo nella direzione giusta. Gli unici ai quali aumentiamo un po’ le tasse – ha precisato Donzelli – sono le banche».