Confronto vs propaganda
La Albanese nelle aule, Valditara respinge le accuse: «Nessuna censura, ma nelle scuole serve pluralismo contro ogni indottrinamento»
Il ministro dell’Istruzione difende l’invio degli ispettori e ribadisce il primato della "scuola costituzionale": stop alle verità a senso unico su temi sensibili, garantendo un confronto dialettico equilibrato e il rispetto della legge
Valditara lo chiarisce e rilancia con la fermezza e l’onestà intellettuale del ruolo che riveste: sulla Albanese nelle aule dei nostri istituti nessuna censura, ma difesa del pluralismo. Di più: il ministro dell’Istruzione e del Merito torna a ribadire la sua visione di un sistema scolastico improntato alla libertà intellettuale e al rispetto della Costituzione. E in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo, traccia un confine netto tra educazione democratica e propaganda politica.
Valditara: «Nel 2026 più fondi e nessuna censura per Albanese
Nell’esplicitare e commentare iniziative, normative e finanziamenti annessi, il ministro Valditara parte dunque dalla sostanza dei provvedimenti e passa per la forma (altrettanto sostanziale) della loro ragion d’essere e delle loro declinazioni pragmatiche. «Nel 2026 ci saranno 960 milioni di euro in più per la scuola italiana», ha annunciato il titolare del dicastero di Viale Trastevere nell’intervista al quotidiano capitolino, prima di tornare sulla vexata quaestio “Francesca Albanese in aula”.
«Ma va rispettato pluralismo»
E rilancia: «Credo fortemente che la scuola debba servire per far maturare i giovani, renderli cittadini autonomi, responsabili, sviluppare in loro lo spirito critico. Questa è la scuola costituzionale, la scuola democratica. Mentre la scuola dei totalitarismi è quella a senso unico, dell’indottrinamento, per cui esiste una sola verità – spiega il ministro –. Il governo non può accettare che su temi politicamente delicati, socialmente dibattuti, si affronti e si propugni una sola verità. Ecco perché abbiamo inviato gli ispettori in determinate scuole, anche per accertare se eventualmente fossero state fatte affermazioni che potrebbero persino configurare ipotesi di reato».
Libertà di pensiero contro “verità unica”
Sì, perché secondo Valditara, il compito primario della scuola è formare cittadini autonomi, responsabili e dotati di spirito critico. «Questa è la scuola costituzionale», ha sottolineato per l’appunto il ministro, contrapponendola ai modelli totalitari che utilizzano le aule per l’indottrinamento e la diffusione di una verità a senso unico. E il riferimento, tutt’altro che casuale, è ai recenti casi di dibattiti su temi politicamente sensibili che hanno portato all’invio di ispettori ministeriali in alcuni istituti.
Valditara e “caso Albanese”: «I relatori siano sempre equilibrati e rispettosi della legge»
Di più. Respingendo con forza le accuse di censura, Valditara ha chiarito che il governo non intende vietare il confronto su posizioni distanti dal proprio orientamento. L’obiettivo, al contrario, è garantire il pluralismo: «Non è affatto una censura. Noi non contestiamo il diritto delle scuole di trattare certi argomenti anche affrontando posizioni che non sono in linea con l’orientamento di questo esecutivo. Ma quello che noi chiediamo è che innanzitutto i relatori siano sempre equilibrati e rispettosi della legge. E poi anche che si dia spazio a più opinioni, che vi sia dunque pluralismo», continua.
Un confine netto tra educazione democratica e propaganda politica
L’intervento degli ispettori, dunque, viene presentato come un atto di tutela per accertare che non siano state propugnate visioni unilaterali o, nei casi più gravi, affermazioni che potrebbero configurare ipotesi di reato. Per Valditara, la democrazia scolastica passa necessariamente attraverso il confronto dialettico, rifiutando ogni forma di egemonia culturale che neghi la complessità del dibattito sociale.
Scuola, calano i casi di aggressione ai prof: ecco i numeri
Infine, sugli incidenti, le aggressioni ai professori, gli atti di violenza, Valditara risponde con nettezza: «Ritengo che uno degli obiettivi più importanti da perseguire sia la lotta contro il bullismo e nel contempo il ripristino dell’autorevolezza dei docenti. Mi fa molto piacere che a seguito delle misure che abbiamo adottato sia crollato il numero delle aggressioni nei confronti di personale scolastico».
E ancora. «Pensate che nei primi quattro mesi dello scorso anno scolastico, le aggressioni erano state 21, nei primi quattro mesi di quest’anno sono state soltanto 4. Sembra emergere una linea di tendenza: in tutto lo scorso anno scolastico le aggressioni sono state 51 contro le 71 dell’anno precedente. Concretamente stiamo difendendo chi lavora per il futuro dei nostri figli».