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Irene Pivetti e Fisco, condanna a 4 anni confermata in Appello

Resa dei conti

Irene Pivetti, guai col fisco e dramma giudiziario, l’Appello conferma la condanna a 4 anni. Ma lei rilancia: “Sono innocente”

La Corte d'Appello di Milano ha confermato la pena e e accreditato la confisca di 3,4 milioni di euro per l'ex presidente della Camera per auto-riciclaggio ed evasione fiscale, reati legati a complesse operazioni commerciali (incluse tre Ferrari), in un momento di grande difficoltà economica e personale per l'imputata

Cronaca - di Lorenza Mariani - 10 Dicembre 2025 alle 13:47

I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno confermato la condanna per l’ex presidente della Camera Irene Pivetti accusata di auto-riciclaggio ed evasione fiscale. Nella precedente sessione i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano avevano condannato a 4 anni l’imputata e avevano disposto la confisca di oltre 3,4 milioni di euro. La conferma riguarda anche gli altri due imputati il pilota di rally Leonardo Isolani e la moglie Manuela Mascoli che in primo grado erano stati condannati a due anni (pena sospesa). Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.

Irene Pivetti, in Appello i giudici confermano la condanna a 4 anni

L’inchiesta milanese vede al centro una serie di operazioni commerciali, in particolare, la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite per nascondere un’evasione fiscale. A Irene Pivetti, in qualità di legale rappresentante di una società con sede in Polonia e di un’altra a Hong Kong, viene contestato, insieme agli altri indagati, di avere aiutato a evadere ingenti imposte. In particolare, Irene Pivetti avrebbe evaso tasse per quasi 3,5 milioni di euro, poi rimpiegati in attività imprenditoriali e finanziarie che le costano l’accusa di auto-riciclaggio.

Irene Pivetti, le accuse, la condanna

Dunque, siamo alla resa dei conti giudiziaria. Conti con la vita e la giustizia che Irene Pivetti ha cominciato a saldare giù da tempo. Sui media è emerso e non da ieri che la ex esponente leghista ha vissuto un periodo di grande difficoltà economica dopo diversi problemi giudiziari, arrivando a chiedere aiuto alla Caritas per ottenere pacchi alimentari per mangiare. Successivamente, ha trovato lavoro in una cooperativa di ex detenuti a Monza, gestendo la cassa di un ristorante sociale, e guadagnando uno stipendio minimo, ma trovando un modo dignitoso per vivere.

Ora, è però la volta di un altro redde rationem: la Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna a quattro anni di reclusione per Irene Pivetti, ex presidente della Camera, imputata per i gravi reati di auto-riciclaggio ed evasione fiscale. La sentenza dei giudici della quarta sezione penale non solo ribadisce il verdetto di primo grado. Ma sigilla la gravità delle accuse che gravano su una figura che un tempo ricopriva una delle massime cariche istituzionali dello Stato.

La vicenda giudiziaria e l’articolata rete di operazioni commerciali al suo centro

La vicenda giudiziaria è incentrata su una complessa rete di operazioni commerciali, tra cui spicca la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo. Secondo l’accusa, Pivetti avrebbe agito in qualità di legale rappresentante di società con sedi in Polonia e a Hong Kong per facilitare l’occultamento di una massiccia evasione fiscale che ammonta a circa 3,5 milioni di euro. Tali somme, non dichiarate al Fisco, sarebbero poi state re-impiegate in attività economiche e finanziarie, da cui l’ulteriore e pesante contestazione di auto-riciclaggio.

La conferma della pena in secondo grado restituisce un quadro di inquietante serietà e mantiene ferma la disposizione di confisca di beni per oltre 3,4 milioni di euro. La sentenza tocca anche gli altri due imputati, il pilota di rally Leonardo Isolani e la moglie Manuela Mascoli, la cui condanna a due anni (con pena sospesa) è stata parimenti confermata.

Fisco, Irene Pivetti: «Sono innocente, curiosa di leggere motivazioni condanna»

Nonostante l’esito deludente dell’Appello, Irene Pivetti, difesa dall’avvocato Filippo Cocco, ha espresso ferma incredulità e fiducia nella sua posizione: «Chiunque si sarebbe aspettato un esito diverso. Sono molto tranquilla che la verità verrà fuori. E la verità è che io sono innocente come dimostrano anche le carte. Sono curiosa di leggere le motivazioni». La dichiarazione però, pur ostentando sicurezza, arriva mentre il destino legale dell’ex presidente si fa più precario. Lasciando intendere la drammaticità personale e pubblica di un futuro giudiziario sempre più in salita. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.

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di Lorenza Mariani - 10 Dicembre 2025