Incorreggibile Mastella. Gli negano le poltrone e minaccia Fico: “Ci ho messo la faccia, sul tavolo anche il mio nome”
Politica - di Luca Maurelli - 3 Dicembre 2025 alle 12:26
Clemente non cambia mai, da vecchio democristiano che valuta la gratitudine politica in poltrone e strapuntini. Mastella sente aria di “sòla” e avvisa il presidente Fico, che lui ha sostenuto spendendosi, a quanto pare, in modo massiccio. Ma la formazione della nuova giunta regionale della Campania inizia sotto i peggiori auspici. “Immaginare che chi si è gettato nella mischia di una massacrante campagna elettorale, mettendoci la faccia e raccogliendo i consensi, sia a prescindere fuori dalla Giunta a favore di chi era comodamente in poltrona, è un’ingiustizia politica. La mia lealtà politica verso il presidente Fico resta intatta per ora e per dopo, ma lo stop per la Giunta a consiglieri e candidati mi vede in profondo e radicale disaccordo“, ha fatto sapere il leader di Noi di Centro e sindaco di Benevento Clemente Mastella, all’indomani di una franca conversazione avuta con il presidente eletto della Regione.
Mastella lancia segnali a Fico: “Così non va…”
Mastella punta i piedi. “Così non va e il primo passo in Campania del campo largo è un passo falso. Pensavamo fosse archiviata definitivamente la logica bonapartista e tolemaica per cui si decide, sulla testa di tutti, con la propria testa. La linea dello stop ai consiglieri viola il principio della rappresentanza, offende gli elettori e nega principi democratici universali: in Francia, culla della divisione dei poteri, deputato e Ministro non possono coincidere, ma l’eletto all’Assemblea può andare al Governo ed è sostituito con la supplenza, per un principio di tutela della sovranità popolare. In Puglia addirittura lo Statuto regionale impone addirittura che 8 dei 10 assessori siano scelti tra i consiglieri eletti. Gli stessi Governi di Giuseppe Conte erano infarciti di parlamentari che svolsero tranquillamente funzioni ministeriali. La formula che ha in mente FICO è una bizzaria istituzionale, peraltro escogitata ex post: le regole vanno stabilite prima del fischio d’inizio della partita, non dopo. E comunque se le porte in Giunta sono aperte, come sembra, ai segretari nazionali e agli ex ministri, il capo di Noi di Centro sono io, dunque metto sul tavolo anche il mio nome e la mia storia. Del resto abbiamo provato sulla nostra pelle che gli esterni in Giunta regionale non funzionano, poiché si svincolano dai partiti e diventano ‘prigionieri politici’ del presidente”.
Dalle allusioni alle minacce: “Dico al presidente Fico di rispettare il ruolo dei partiti e delle formazioni che hanno contribuito in maniera decisiva ad eleggerlo e usare un metodo semplice che è sempre il più efficace e collegiale: rispettare le indicazioni di chi ha composto la squadra vincente”.