L'annuncio di Missiroli
Il sindaco Pd di Cervia costretto alle dimissioni: le prime denunce della moglie erano state archiviate. Elly e il centrosinistra muti
Alla fine Mattia Missiroli, si è dimesso. Il sindaco Pd di Cervia ha annunciato le dimissioni dalla carica dopo le accuse di maltrattamenti nei confronti della moglie. La decisione è stata comunicata con una lunga lettera che ha anticipato la seduta del Consiglio comunale. Alla base della scelta, spiega Missiroli, l’impossibilità di affrontare “una situazione cosi’ complessa con la necessaria lucidità” e di garantire “la serenità che l’istituzione comunale merita”, a fronte di una forte esposizione mediatica che negli ultimi giorni ha coinvolto anche la sua famiglia e, in particolare, i figli.
FdI aveva chiesto le dimissioni sin dalla prima ora, alla luce delle pesanti accuse nei confronti di Missiroli. Il sindaco eletto nel centrosinistra, denuncia giudizi pubblici formulati prima degli accertamenti giudiziari e ribadisce di non aver ricevuto comunicazioni formali né di aver potuto visionare atti dell’indagine. “Condanno ogni forma di violenza, in particolare quella contro le donne”, sottolinea Missiroli, ribadendo al contempo “la totale estraneità a qualsiasi episodio di maltrattamenti o violenza”. Una presa di posizione che definisce coerente con i propri valori personali e con il percorso politico-amministrativo. Missiroli è accusato di violenze e maltrattamenti contro la moglie da cui si sta separando.
La moglie: “Non voglio metterlo nei casini”
La lista di contestate violenze fisiche e verbali, dal 2009 ai giorni nostri, comprende umiliazioni e offese quotidiane; spinte anche quando lei avrebbe avuto un bimbo di pochi mesi in braccio con caduta di entrambi; schiaffi fino a tagliarle un labbro e sputi in faccia; una bottiglietta lanciata sulla schiena; il controllo ossessivo sulla gestione economica della casa. L’uomo l’avrebbe inoltre mortificata frequentando altre donne e, in una occasione, sollevandola per il pigiama per farla ricadere a terra.
Dalle carte è emerso che il sindaco cervese era già stato in passato indagato per maltrattamenti con archiviazione arrivata il 18 gennaio del 2021, come da timbro dell’ufficio Gip di Ravenna. In quel caso tutto era partito da un episodio del 10 ottobre 2020 in ragione del quale la donna si era chiusa in bagno e aveva chiamato i carabinieri (aveva un labbro tagliato da uno schiaffo che lui aveva descritto come manata involontaria). Lei stessa aveva poi precisato che, “nonostante tutti gli episodi da me subiti, io non voglio e non intendo sporgere denuncia-querela contro mio marito perché non voglio metterlo nei casini ma voglio che la smetta di comportarsi così”.
Il sindaco di Cervia costretto alle dimissioni dal Pd
Aveva comunque riferito di angherie domestiche, sia verbali che fisiche, che andavano avanti da anni. Tra le altre cose, lui nell’estate 2020 le avrebbe nascosto un gps in auto per sapere dove andava: si trattava di un cellulare geolocalizzato del quale lei si era accorta perché un giorno, aprendo il bagagliaio, le era caduto in testa. Avrebbe chiesto spiegazioni a lui incassando ammissioni e scuse.
L’allora Pm Antonio Vincenzo Bartolozzi, nella richiesta di archiviazione depositata il 28 dicembre 2020, aveva scritto che “le indagini non hanno consentito di acclarare la sussistenza degli estremi” del reato di maltrattamenti visto che “i contrasti tra coniugi – e persino taluni episodi di percosse – non sembrano inseriti nel contesto di una condotta abituale e protratta nel tempo» oltre che “diretta a rendere dolorosa la convivenza”.