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Il “miracolo” natalizio di Musk: con Neuralink restituisce l’autonomia digitale a un malato di Sla

La sperimentazione prosegue

Il “miracolo” natalizio di Musk: con Neuralink restituisce l’autonomia digitale a un malato di Sla

Cronaca - di Giulio Benarmato - 23 Dicembre 2025 alle 18:53

Il chip di Neuralink, azienda biomedica fondata da Elon Musk, ha regalato a un uomo malato di Sla la possibilità di vivere in un modo migliore. Si chiama Jake Schneider, ha 35 anni ed è originario di Austin, in Texas. La malattia neurodegenerativa gli è stata diagnosticata nel febbraio 2022: da allora ha accusato un peggioramento progressivo e costante dei sintomi in particolare nella mobilità di braccia e mani. Attualmente Schneider è diventato il settimo paziente coinvolto nella sperimentazione clinica del chip di Musk. Grazie all’impianto cerebrale del dispositivo hi-tech, Jake è riuscito a riconquistare l’indipendenza nell’utilizzo di dispositivi elettronici, come riporta Neuralink in una nota sul suo caso. L’impianto funziona come un’interfaccia cervello-computer ed è in grado di registrare e decodificare l’attività neuronale associata all’intenzione di movimento, traducendola in comandi digitali.

Il miracolo natalizio di Musk, il chip Neuralink aiuta un malato di Sla ad essere indipendente

Schneider ha accumulato costanti difficoltà quotidiane, come l’uso della dettatura vocale che molto spesso falliva a causa dei rumori di fondo. Poi, nel giugno 2025, è stato sottoposto a un intervento neurochirurgico nell’Istituto Barrow di Phoenix, dove i criteri del trial clinico sono stati estesi anche ai pazienti affetti da Sla. «Non avevo niente da perdere», ha spiegato, raccontando la decisione di partecipare alla sperimentazione clinica. L’intervento, durato meno di 5 ore, ha previsto l’inserimento di 120 fili ultrasottili nella corteccia motoria sinistra, attraverso un sistema robotico ad alta precisione.

Grazie a questa tecnologia, Jake ora può controllare un cursore, scrivere testi e utilizzare dispositivi elettronici senza alcun input fisico. Come illustrano gli esperti Nueralink, l’uomo ha migliorato di molto la propria capacità di comunicazione e interazione. Tra i risultati più rilevanti, come ha affermato Schneider, c’è la possibilità di tornare a svolgere attività quotidiane e a interagire con il proprio figlio attraverso il gioco digitale, recuperando una parte significativa dell’autonomia persa con la progressione della malattia. Le sessioni quotidiane di 2-4 ore con ingegneri Neuralink, lo fanno sentire parte di un lavoro più ampio, avendogli restituito un obiettivo.

Il caso di Jake Schneider

La vicenda di Jake Schneider si inserisce nel più ampio sentiero di ricerca sulle neurotecnologie, promosso da Musk attraverso Neuralink, con l’obiettivo di «sviluppare soluzioni in grado di aumentare l’autonomia delle persone affette da paralisi e malattie neurologiche». Sebbene la tecnologia sia ancora in fase sperimentale e soggetta a rigorosi protocolli clinici, i primi risultati secondo gli esperti della società «mostrano il potenziale delle interfacce cervello-computer nel migliorare la qualità della vita dei pazienti».

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di Giulio Benarmato - 23 Dicembre 2025