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Putin telegramma Trump

Mosca chiama Washington

Putin manda gli auguri di Natale a Trump, ma l’accordo sulla pace in Ucraina resta appeso a un filo

Un gesto “tra persone educate”, riferisce il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, doveroso per mantenere aperto un canale anche se minimo sui negoziati di pace per l’Ucraina

Esteri - di Alice Carrazza - 25 Dicembre 2025 alle 17:07

Un telegramma di auguri, nessuna telefonata. È un dettaglio solo in apparenza marginale quello che accompagna il messaggio natalizio inviato dal presidente russo Vladimir Putin a quello americano, Donald Trump. In diplomazia, la forma è spesso sostanza, e il fatto che il Cremlino abbia sentito il bisogno di chiarire subito che “per ora non è prevista” alcuna conversazione diretta tra i due leader racconta più del testo stesso del messaggio. Mosca segnala attenzione, ma non fretta; rispetto istituzionale, ma nessuna concessione simbolica fuori tempo.

La telefona mancata di Putin a Trump

Il portavoce Dmitri Peskov ha scelto poche parole, come da tradizione, per inquadrare il gesto: un augurio formale “tra persone educate”, collocato dentro un canale minimo di comunicazione, utile a non spezzare del tutto il filo con Washington in una fase di contatti indiretti e negoziati esplorativi. “Il presidente si è congratulato col presidente statunitense per il Natale e le festività di fine anno”. Nulla di più, nulla di meno.

… E il discorso?

Sul fronte interno, intanto, Vladimir Putin conferma una linea già vista nei momenti più delicati del suo lungo potere: il rinvio, ancora una volta, del discorso annuale all’Assemblea federale. Anche qui, il Cremlino parla chiaro senza dire troppo. “Questa è la decisione del capo dello Stato. Non appena il presidente lo riterrà necessario, la decisione verrà presa, sia in termini di preparazione dei contenuti che di programmazione dei lavori. Tutto avverrà nei tempi previsti”, ha spiegato Peskov.

Formalmente, la Costituzione russa spiega: l’articolo 84 prevede un discorso annuale del presidente davanti alle due Camere. Politicamente, però, Putin ha già dimostrato di considerare questo appuntamento non un rito automatico, ma uno strumento da usare quando il quadro strategico è sufficientemente stabile da consentire messaggi chiari. È accaduto nel 2017. È accaduto nel 2022, all’inizio dell’operazione militare su vasta scala in Ucraina, quando il Cremlino parlò apertamente di una situazione “dinamica” e in rapida evoluzione.

Le indiscrezioni emerse nelle ultime settimane si sono contraddette a vicenda. A settembre, lo stesso Peskov aveva lasciato intendere che il discorso sarebbe arrivato prima della fine del 2025. A novembre, il canale Faridaily, citando fonti governative, aveva sostenuto l’opposto. Oggi la linea ufficiale resta quella dell’attesa.

La parola al Cremlino, non al calendario

Questo non significa silenzio. Il 19 dicembre Putin ha parlato a lungo, anzi lunghissimo, nel formato che più predilige quando vuole mantenere il controllo dell’agenda: la conferenza stampa annuale abbinata alla “Linea Diretta”. Oltre quattro ore di interventi, domande selezionate ma incalzanti, e un’agenda ampia: Ucraina, ipotesi di negoziati di pace, blocchi di internet, politica estera, demografia. Un messaggio al Paese e all’estero: il Cremlino non è chiuso nel bunker, ma non è nemmeno disposto a farsi dettare i tempi.

Ucraina e canali informali

Sul dossier ucraino, infine, Mosca continua a muoversi nel sottobosco diplomatico. “Stiamo analizzando ciò che Dmitriev ha trasmesso a Putin, stiamo analizzando questo materiale e poi, a seconda delle decisioni che prenderà il capo dello Stato, continueremo la nostra comunicazione con gli americani”, ha dichiarato Peskov commentando gli incontri di Miami. Colloqui informali ma non irrilevanti, che hanno visto Kirill Dmitriev confrontarsi con Steve Witkoff e il genero del presidente Jared Kushner, figure che parlano a un’America diversa da quella ufficiale, ma non per questo meno influente.

Resta sul tavolo la bozza del piano di pace statunitense, i cui venti punti sono stati resi pubblici dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Mosca ha smentito le indiscrezioni secondo cui avrebbe respinto il documento o chiesto modifiche sostanziali. Anche in questo caso, il Cremlino prende tempo. Studia, pesa, valuta.

In controluce si vede una costante: in un mondo che corre verso l’annuncio permanente, la Russia continua a giocare la partita del silenzio selettivo.

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di Alice Carrazza - 25 Dicembre 2025