Da Fratelli d’Italia Paolo Pulciani la mette così. “È importante che, nell’eventuale cessione del gruppo Gedi e delle due testate La Repubblica e La Stampa, siano garantite la tutela dei lavoratori e il pluralismo. Allo stesso tempo, potrebbe rivelarsi un’opportunità significativa, per riavere due testate autorevoli impegnate a raccontare le dinamiche del comparto automotive in Italia, di Stellantis, dei suoi stabilimenti produttivi – a partire dallo storico impianto di Cassino – dopo anni in cui si è percepita una certa timidezza e un evidente imbarazzo nell’affrontare tali vicende”. Federico Mollicone e Alessandro Amorese di FdI annunciano che come rappresentanti della commissione Cultura della Camera chiameranno in audizione i vertici amministrativi di Gedi i rappresentanti dei comitati di redazione per verificare che il principio di pluralismo dell’informazione resti il punto di riferimento di tutti.
Solidarietà e ipocrisia
Gedi, sinistra in stato di agitazione. Chiede “lumi” al governo pure sulla vendita di Stampa e Repubblica
Il caso Gedi tiene banco e allarma la sinistra che chiede, come sempre, al governo di riferire in aula. Dopo mesi di indiscrezioni e una conferma indiretta di pochi giorni fa, mercoledì le redazioni della Stampa e di Repubblica sono state per la prima volta informate direttamente dalla loro proprietà (Agnelli-Elkann) dell’intenzione di vendere tutte le attività del gruppo di cui fanno parte i due quotidiani (oltre a news HuffPost e le radio Deejay, Capital e m2o.) Sarebbe in corso una trattativa tra Gedi e il gruppo greco AntennaUno, guidato dall’armatore Theodore Kyriakou. Per venerdì è previsto l’incontro tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini e i vertici di Gedi.
Gedi, le redazioni di Repubblica e Stampa in stato di agitazione
Mentre le redazioni sono in stato di agitazione e stanno valutando le azioni da compiere anche per assicurare la continuità occupazionale le opposizioni non esitano a cavalcare lo scossone editoriale in chiave politica. Pd e Movimento 5 Stelle hanno definito la situazione “allarmante e preoccupante”, chiedendo al governo di riferire in Parlamento. Apre le danze Nicola Fratoianni che getta il cerino su Palazzo Chigi. “Quello che preoccupa – dice – è il silenzio, non so se per imbarazzo o per distrazione delle istituzioni, del governo e del mondo della politica. È il momento della chiarezza e delle scelte trasparenti: la liquidazione di un gruppo editoriale del genere non può passare sotto silenzio, serve una reazione e un’attenzione particolare perché ne va della qualità della nostra democrazia”. Per Elisabetta Piccolotti sempre di Avs “è impensabile che non vi sia un dibattito in Parlamento teso a fare chiarezza in merito alla qualità e alle intenzioni dell’eventuale compratore greco”.
Sinistre all’attacco: chiedono al governo di riferire in Parlamento
Per l’occasione scende in campo anche Elly Schlein. La segretaria dem si dice estremamente “preoccupata dai rischi di indebolimento o addirittura di smantellamento di un presidio fondamentale della democrazia. Non è possibile restare in silenzio di fronte a tutto questo”. Non è da meno Francesco Boccia. “Di fronte a quanto sta avvenendo nelle redazioni di Repubblica e Stampa, il governo italiano non può restare silente e fermo”. ENon si capisce bene quale iniziativa dovrebbe assumere Palazzo Chigi di fronte a una trattativa privata. E comunque il governo e la destra non sono distratte.
La Russa: prioritarie le preoccupazioni dei giornalisti
“Le preoccupazioni dei giornalisti della Stampa e del gruppo Gedi sono giustificate”, dice Ignazio La Russa che si è proposto anche come eventuale mediatore. “Le proprietà hanno diritto a cambiare, vendere, cedere, ma non hanno diritto di imporre linee di condotta univoche alla redazione. Le vostre preoccupazioni le capisco e sono a disposizione”. Il ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo scende in campo. “La Stampa e La Repubblica sono un patrimonio storico dell’informazione e della cultura del nostro Paese. Seguo con grande attenzione i nuovi possibili assetti di Gedi, il futuro dei suoi giornalisti e di tutti i lavoratori del gruppo. La stampa deve continuare ad avere proprietà trasparenti e solide, capaci di garantire ancora quella libertà di informazione che è storicamente uno dei capisaldi della nostra Repubblica. Per questo – conclude il ministro – considero necessario che, nel caso di un passaggio di proprietà, siano illustrati piano industriale e conseguenti garanzie occupazionali”.