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De Raho e quel pasticciaccio brutto dei dossier di Striano, la Lega attacca: “Indagò Siri per indebolirci”

Le ultime rivelazioni

De Raho e quel pasticciaccio brutto dei dossier di Striano, la Lega attacca: “Indagò Siri per indebolirci”

Politica - di Carlo Marini - 1 Dicembre 2025 alle 07:44

Emergono dettagli sempre più inquietanti e scandalosi che riguardano il finanziere indagato Pasquale Striano e l’ex procuratore nazionale antimafia Francesco Cafiero de Raho, attualmente parlamentare 5Stelle e vicepresidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle mafie.

Dalle carte giudiziarie e da quanto ricostruito da alcuno quotidiano emergono con chiarezza dossieraggi mirati contro il centrodestra, in particolare contro la Lega e il suo sottosegretario dell’epoca, Armando Siri. A questo proposito, il partito di Salvini «chiederà formalmente l’intervento del Guardasigilli Carlo Nordio, del presidente della Camera Lorenzo Fontana, del comandante generale delle Fiamme Gialle, Andrea De Gennaro». In una nota diramata domenica, «la Lega pretende chiarezza sui mandanti e sulla intollerabile violazione delle regole: Cafiero de Raho può mantenere un ruolo rilevante nella Commissione di inchiesta sulle Mafie? Non c’è solo la necessità di difendere un partito: c’è l’imperativo di tutelare la democrazia, la legalità e le istituzioni». Uno scandalo, che «fa emergere un incredibile conflitto tra magistrati, e rafforza una volta di più la necessità di riformare la Giustizia».

La Lega chiede l’intervento di Nordio e del comandante delle Fiamme gialle

Dopo le rivelazioni di Libero sull’indagine che la Dna avrebbe fatto nel 2019 contro l’ex senatore leghista Armando Siri, cacciato da sottosegretario per l’immobile comprato con un mutuo contratto a San Marino. A far partire l’indagine una nota tra le Segnalazioni di operazione sospette o Sos su cui l’allora capo della Procura nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, oggi parlamentare grillino, chiese lumi prima all’Uif (l’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia) e poi alla Dia dopo averne sentito parlare sui giornali e a Report.

La replica del deputato M5s è una minaccia di denunce e querele per diffamazioni. Per Cafiero de Raho, «Armando Siri e alla Lega sanno benissimo che la Direzione Nazionale Antimafia non fa indagini né apre procedimenti penali, che, invece, sono stati aperti dalle procure della Repubblica competenti. La DNA si limitò ad adempiere all’obbligo di trasmettere alle procure competenti le notizie ufficialmente ad essa pervenute, che non poteva certamente nascondere in un cassetto». L’ex magistrato vede dietro queste notizie «l’ennesima manipolazione della verità per creare una suggestione collettiva finalizzata al discredito della mia persona e della magistratura in vista del referendum per la separazione delle carriere».

FdI: De Raho tenta maldestramente di sviare l’attenzione

Sulla questione intervengono anche i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Antimafia.  «Stupiti – si legge nella controreplica – leggiamo le dichiarazioni dell’onorevole De Raho, che maldestramente tenta di sviare l’attenzione dal suo coinvolgimento come soggetto attivo sulla questione dossieraggio, disegnato tanto da atti depositati in commissione, quanto da notizie di stampa. Come componente della Commissione antimafia e come ex magistrato, dovrebbe evitare di fare dichiarazioni improvvide e soprattutto di collegare la vicenda con la riforma della giustizia approvata dal Parlamento, affermando in maniera strumentale che queste notizie sarebbero state diffuse per screditare lui e la magistratura».

La denuncia nasce dal ministro Crosetto

«Da una persona che si professa tutore della giustizia e della legalità – proseguono gli esponenti di FdI – ci si aspetterebbe maggiore misura, soprattutto su una vicenda tanto grave, attualmente al vaglio della magistratura, che nasce dopo circostanziate denunce del ministro Crosetto, spiato con una quantità di accessi illegittimi impressionanti. Stigmatizziamo l’atteggiamento mistificatorio e tendenzioso dell’onorevole De Rhao, che per tentare di difendere se stesso, utilizza argomenti politici come schermo per coprire eventuali responsabilità personali».

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di Carlo Marini - 1 Dicembre 2025