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Da Passaggio al bosco all’ultima spiaggia: così si è arenata la “compagnia dei censori”

L'editoriale

Da Passaggio al bosco all’ultima spiaggia: così si è arenata la “compagnia dei censori”

In perfetto stile Fahrenheit 451 i “pompieri” del luogocomunismo intendono dare alle fiamme, nell’anno del Signore 2025, la biblioteca che ritengono eretica rispetto alla loro lettura della storia e della società

L'Editoriale - di Antonio Rapisarda - 3 Dicembre 2025 alle 19:34

L’appello degli intellò e del codazzo dei morti di fama contro la presenza dei tipi di Passaggio al bosco alla fiera nazionale della piccola editoria a Roma certifica la stagione senile, quella più biecamente reazionaria, dell’antifascismo in assenza (conclamata!) di fascismo. In perfetto stile Fahrenheit 451 i “pompieri” del luogocomunismo intendono dare alle fiamme, nell’anno del Signore 2025, la biblioteca che ritengono eretica rispetto alla loro lettura della storia e della società. Questo è il “peccato” addebitato alla giovanissima e vitale casa editrice fiorentina, espressione della cultura non conforme, che si sta imponendo con qualità e profondità, a suon di titoli e di collane per nulla banali, nel panorama italiano.

A differenza del precedente assai poco nobile di Torino, quando ad essere escluse dal Salone del libro sono state le edizioni Altaforte, stavolta i neo-censori si sono trovati davanti il solido muro eretto dal presidente dell’Aie, l’associazione italiana editori, responsabile degli stand di “Più libri. Più liberi”. Innocenzo Cipolletta ha risposto picche alla richiesta di rifiutare la partecipazione di Passaggio al bosco in nome delle regole («La domanda di partecipazione è arrivata tra le prime») e della legge («L’editore ha sottoscritto, come tutti, un contratto che esplicita l’impegno ad aderire a tutti i valori della Costituzione»). E comunque, ha concluso il presidente dell’Aie, «saranno i lettori a valutare quei libri».

Davanti alle tesi frutto della ragione, la risposta degli appellisti e dei “belli ciao” è stata tutta nel segno dell’irrazionale e dell’angoscia. Il problema dei testi di Passaggio al bosco – secondo costoro – risiederebbe nel «progetto apologetico che dipinge la temperie dei fascismi europei, anche nei loro aspetti più violenti, persecutori e sanguinari, come un’esperienza eroica da cui trarre esempi». Puro paternalismo condito da pedagogismo d’accatto. Come se i lettori, insomma, fossero incapaci di trarre le proprie conclusioni critiche dalla lettura di un saggio o dalle pagine tumultuose di un autore giudicato controverso.

Ma la verità della “compagnia dei censori” è un’altra. Ed è ancora più prosaica e squallida della censura illiberale. Molti di costoro, infatti, sono più che legati al cosiddetto fascismo immaginario “di mercato”: quello che gli ha garantito fortuna e tanti denari in questi ultimi anni. È sufficiente entrare in una qualsiasi libreria per accorgersi della mole impressionante di opere riguardanti il Ventennio e i suoi protagonisti, idem per il Nazionalsocialismo, per il neofascismo e così via. La quasi totalità di questi testi sono appannaggio dell’editoria mainstream, incluse le opere di diversi autori (da Raimo a Montanari) che si indignano per la presenza del piccolo editore identitario che sfida il pensiero unico rifacendosi alla metafora liberatoria di Ernst Jünger.

La verità, insomma, è che sul Fascismo – ma soprattutto sui suoi “fantasmi”, sulle caricature, le letture paranoiche, quelle di comodo e le surreali attualizzazioni – i neo-censori fanno affari d’oro. E pretendono di averne l’esclusiva: in un rapporto a tratti patologico, a tratti infantile. Di certo fruttuoso. Stesso discorso per gli autori “maledetti” – da Céline a Drieu La Rochelle, da Eliade a Mishima, da D’Annunzio a Marinetti –, per gli irregolari del ‘900 e per tutti i fenomeni sorti dalle rivoluzioni nazionali. Dove non può arrivare la cancel culture devono esserci solo loro. È “roba” loro: da utilizzare, strumentalizzare, monetizzare. Il trionfo del para-stalinismo col cuore a sinistra e il portafogli a destra. E il bavaglio sempre a portata di appello per chi non accetta la “rieducazione”…

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di Antonio Rapisarda - 3 Dicembre 2025