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Guido Crosetto a tutto tondo in un’intervista al Corriere della sera, dalla guerra alla pace a Kiev e Gaza fino alle violenze pro-Pal

Guerra, al fronte e in piazza

Crosetto a tutto campo, dalla pace in Ucraina (“Mosca sa cosa Kiev non può cedere”) alle violenze pro-Pal: “Se non condanni, giustifichi”

Il Ministro della Difesa in un'intervista al "Corriere della sera" chiede di garantire una pace duratura per il popolo di Zelensky, che impedisca future aggressioni russe, condanna duramente l'irruzione a "La Stampa", e propone una nuova leva volontaria civile e specializzata per la sicurezza nazionale

Politica - di Bianca Conte - 1 Dicembre 2025 alle 09:57

Guerre di sempre, pace futura e futuribile e la violenza ideologica tradotta in minaccia concreta crescente dei manifestanti di oggi rispetto alla quale moniti o silenzi che arrivano dalla sinistra lo portano a dire che: «Se non condanni, giustifichi». E in mezzo, la sicurezza nazionale e una nuova forma di leva volontaria e di difesa. Il ministro Guido Crosetto, in una lunga intervista al Corriere della Sera, traccia una linea netta sulle prospettive del conflitto in Ucraina, ribadendo la necessità di garantire una pace duratura che impedisca future aggressioni russe.

Contestualmente, poi, a completare quadro e analisi, dichiarazioni che spaziano dall’urgenza di trovare una soluzione diplomatica – anche partendo da proposte inizialmente criticate come il “piano Trump” – fino ad affrontare temi interni cruciali: tra cui la sicurezza nazionale di fronte alle minacce ibride, e la ferma condanna per l’irruzione intimidatoria alla sede de La Stampa. Una disanima a 360 gradi, quella del titolare del dicastero della Difesa, in cui Crosetto sottolinea che la ricerca della pace richiede la volontà di entrambe le parti e che, per tutelare l’Italia nel futuro, è indispensabile una riflessione parlamentare bipartisan su una nuova forma di leva volontaria e di difesa. E allora vediamo, nel merito, spiegazioni e argomentazioni che il ministro ha rilasciato al quotidiano nazionale.

Ucraina, Crosetto: urge «garantire che l’esercito russo non attacchi più»

«L’Ucraina ha perso prima la Crimea, adesso tre province, e la prossima volta? Bisogna avere la certezza che questa sia l’ultima volta che la Russia prova a distruggere l’Ucraina. Ci stiamo lavorando tutti. Però per la fine bisogna essere in due, per volere la pace bisogna essere in due», sottolinea nell’intervista Crosetto. E sul piano Trump aggiunge: «Ho sentito molte critiche, io stesso ne ho fatte. Il tema è che si inizia sempre da qualcosa. Quindi la parte buona è che qualcuno abbia deciso di provare a discutere su una proposta. Ora va cambiata, va resa accettabile da parte dell’Ucraina in primis. Ma dobbiamo farlo a tutti i costi. Come la pace a Gaza».

Dalla crudeltà della guerra alle violenze di piazza

E dalla cruenta realtà internazionale della guerra («dobbiamo ricordare che da 1.300 giorni muoiono in guerra tra i 1.200 e i 1.500 russi e ucraini ogni giorno.
Per questo tutti noi non possiamo che volerne la fine immediata») alla violenza di piazza sempre più di scena nelle nostre città, la conversazione giornalistica non può esimersi da analisi e commento di quanto accaduto con l’irruzione al quotidiano La Stampa su cui Crosetto sottolinea: «Non posso spiegarmelo anche perché in gioco ci sono le garanzie costituzionali che concedono ad ognuno di noi il diritto e il dovere di rappresentare le proprie idee, ma che hanno dei limiti: la sicurezza altrui, la proprietà altrui, la libertà degli altri».

Odio ideologico tradotto in attivismo violento, Crosetto: «Non si danno lezioni a giornalisti, politici, forze dell’ordine. A nessuno»

E ancora. «Io non penso che esista alcuna idea – prosegue il ministro dal Corsera se non quelle che mi auguravo fossero cancellate per sempre del nazismo e del fascismo, secondo cui per affermare le proprie convinzioni bisogna entrare nella redazione di un giornale e distruggere quel giornale. O gridare diamo una lezione ai giornalisti. Non si danno lezioni ai giornalisti; non si danno lezioni ai politici con la violenza; non si danno lezioni ai poliziotti, ai carabinieri, a nessuno».

Aggiungendo in calce una riflessione dirimente: «Se non condanniamo queste azioni si innescano meccanismi che poi nessuno controlla – spiega –. Se tu non prendi posizioni dure contro la violenza, se tu non rinneghi quell’atteggiamento che venga da destra, da sinistra, dal centro, da chiunque, e gli dai una sorta di giustificazione, inneschi dei meccanismi per cui qualcuno pensa che la violenza sia legittima».

Crosetto: «La mia idea di leva volontaria»

E a proposito di gueera, pace e sicurezza nazionale, nel filo che segue l’intervento di Crosetto sul Corriere della sera non poteva mancare una domanda sulla leva volontaria, tema in merito al quale il ministro spiega: «La mia idea è quella di una forza che si attiva in caso di necessità, non necessariamente militare. Penso a un attacco cyber che paralizza una centrale elettrica, un acquedotto, un aeroporto e ho necessità di specialisti, anche civili, che intervengano».

Sul futuro (prossimo) del nostro Paese

Pertanto, aggiunge anche: «Porterò in Consiglio dei ministri una proposta costruita dai tecnici della Difesa da approvare in Parlamento – prosegue –. Bisogna fare in fretta, io sono disponibile a essere presente per due mesi. Ascolteremo i tecnici, ma voglio che tutte le informazioni che ho io, tutte le paure anche che ho io, siano trasferite a chi ha il compito di rappresentare il popolo, che è il potere legislativo. E inviterò loro ad assumersi la responsabilità di decidere insieme come costruiamo la difesa del futuro, come diamo sicurezza all’Italia non adesso, non domani, ma nella prospettiva dei prossimi 10 e 20 anni. Penso che questa sia una cosa che non riguarda una maggioranza, non riguarda un partito politico, ma riguarda la sicurezza di una nazione».

 

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di Bianca Conte - 1 Dicembre 2025