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Cannabis light mortale: studente 23enne si uccide a Firenze. Nello spinello c’era una molecola proibita

Indagato il rivenditore

Cannabis light mortale: studente 23enne si uccide a Firenze. Nello spinello c’era una molecola proibita

Cronaca - di Luigi Albano - 6 Dicembre 2025 alle 18:02

Può una sigaretta con la Cannabis light provocare la morte di una persona? Accade a Firenze, dove c’è stata una svolta sul suicidio di Erhan Hacımustafaoğlu, 23 anni, studente turco, avvenuto nella tarda serata di venerdì 28 novembre in via Antonio Da Recanate a Milano: la marijuana light fumata e acquistata regolarmente dal giovane in un negozio di Firenze, conteneva un catinone sintetico, una molecola psicoattiva presente in natura nella pianta del khat che ha effetti simili a quelli della cocaina, Mdma e anfetamina.

Il giovane brillante studente alla facoltà di Medicina dell’Università privata Baskent di Ankara si è lanciato nel vuoto dal secondo piano che ospitava il B&B dove dormiva col fratello di 25 anni che lavora in Italia come ingegnere. All’improvviso, questa la testimonianza del fratello, il ventitreenne avrebbe iniziato a pronunciare frasi senza senso per poi aprire la finestra e lanciarsi nel vuoto.

Cannabis light: legale ma mortale, che cosa è successo a Firenze

Sulla vicenda avviate due indagini, una a Milano, morte come conseguenza di un altro delitto l’ipotesi al momento, l’altra nel capoluogo toscano per presunto spaccio contestato al titolare della rivendita di marijuana ‘legale’ dove sarebbe stata acquistata la sostanza e dove sarebbero anche stati sequestrati circa 10 chili di prodotto, per verificare la presenza di molecole vietate dal Testo unico delle leggi sugli stupefacenti.

Sul posto è poi intervenuta la polizia e sono scattate le indagini anche a Firenze, coordinate dal pm Alessandro Piscitelli.

Il titolare del negozio fiorentino, assistito dall’avvocato Iacopo Scaffai, agli inquirenti avrebbe spiegato di aver acquistato, tutto con regolare fattura, il lotto ‘incriminato’ in una fiera a Praga nei mesi scorsi e di essere all’oscuro sulla possibilità che la stessa potesse contenere sostanze illegali. L’uomo è stato indagato per spaccio.

Adesso si attendono i risultati dell’autopsia e degli esami tossicologici, che dovranno accertare se il giovane avesse assunto altre sostanze quella sera. Di sicuro, non aveva patologie pregresse, né fisiche né mentali. Anche il fratello aveva fumato la stessa cannabis, ma ha accusato solo un lieve malessere. Niente di più.

Che cos’è il catinone

La presenza del catinone è stata scoperta nelle ore successive dalla polizia milanese e subito segnalata agli agenti della questura di Firenze, che si sono presentati in serata all’indirizzo indicato dall’acquirente e hanno sequestrato una decina di chili della medesima sostanza per cercare possibili tracce della molecola proibita.

Effetti psicoattivi

Al pari delle fenetilammine, i catinoni si comportano come stimolanti del sistema nervoso centrale (SNC), sebbene con una potenza inferiore. La potenza inferiore è causata dal gruppo β-cheto che crea una molecola meno idonea ad attraversare la barriera emato-encefalica. Una dose tipica di mefedrone è di 100-250 mg. A seconda della sostanza specifica, gli effetti sono considerati simili a quelli della cocaina, dell’amfetamina o dell’MDMA. Come la cocaina, anche il mefedrone ha un picco di breve durata. Di conseguenza, gli utenti possono consumare più dosi in successione, fino a 1 g per volta.

Conseguenze per la salute a breve termine e danni nel lungo periodo

Dall’osservazione di pazienti che presentavano una sospetta intossicazione da mefedrone, è possibile rilevare come i derivati del catinone procurino effetti simpaticomimetici simili ai derivati delle amfetamine. Il primo caso fatale, confermato dal punto di vista tossicologico, direttamente collegato all’uso di mefedrone, è stato registrato in Svezia nel 2008.

 

 

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di Luigi Albano - 6 Dicembre 2025